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Giornate FAI di Primavera: un successo scandito da 5.000 passaggi

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Le Giornate di Primavera del Fai della Delegazione della Valsesia, le prime dopo il covid, grazie al capillare lavoro di preparazione sul territorio, sono state un successo, suggellato da circa cinquemila «passaggi» di visitatori. Il rapporto costante con le scuole, mantenuto anche nei due anni di pandemia, ha permesso di poter disporre di un buon numero di studenti volontari, validamente preparati dai loro insegnanti, che hanno mostrato come la Valsesia sia ricca di proposte variegate, dall’artigianato di alta classe all’arte, alla fede, ma come, soprattutto, sia aperta all’accoglienza.

Daniela Agliati, segretaria della Delegazione FAI della Valsesia, che ha trascorso le due giornate in una postazione lungo il percorso, è rimasta ancora una volta molto colpita dalla spontaneità con cui i visitatori ringraziavano il FAI per aver fatto conoscere realtà locali per molti sono sconosciute: «Commovente la persona anziana che si è avvicinata e ha lasciato un’offerta per il FAI ringraziando, con le lacrime agli occhi, perché è stato fatto conoscere il suo piccolo paese».

Interesse e curiosità hanno suscitato le due realtà artigianali d’eccellenza che aprivano il percorso: Atelier Reggiani e Maison Claire.

Elena Reggiani crea, con gli esclusivi tessuti Reggiani, una moda giovane, elegante, dalle linee che modellano armoniosamente il corpo femminile. Maison Claire ha proposto un itinerario attraverso i laboratori per far vedere come nascono, crescono e si concretizzano i progetti.

Doccio, frazione di Quarona, con ben tre chiese ha arricchito il percorso «aprendo» a un vasto pubblico, capolavori di fede e arte: la chiesa parrocchiale di San Bonomio, con il maestoso altare proveniente dalla Certosa di Pavia, l’Oratorio di Santa Marta, con il quadro della bottega del Cerano, che meriterebbe un restauro, in cui l’esposizione delle sculture di Maria Grazia De Grandi, realizzate anche con il marmo verde di Cilimo e il marmo rosa di Locarno, richiamano il fluire del tempo di una Comunità laboriosa, e l’oratorio della Madonna del Rosario, che conserva una pala di Fermo Stella e un altare ligneo tra i più antichi della valle. Doccio ha offerto anche l’apertura straordinaria dell’antico forno e della gipsoteca dello scultore Casimiro Debiaggi senior, illustrata dal curatore dell’allestimento, Franco Cameroni.

Locarno, frazione di Varallo, era raggiungibile percorrendo il sentiero del Gabbio grande, che conduce alle vasche di ripopolamento, alimentate con i «piccoli» schiusi dalle uova nelle vasche del soprastante Incubatoio Ittico, inaugurato nel 1994, presidiato dagli studenti che hanno mostrato e spiegato l’impianto: «Uno dei più belli ed ecosostenibili del Piemonte», alimentato con l’acqua di sorgente che viene recuperata e riutilizzata.

Nel centro di Locarno era visitabile la chiesa parrocchiale di San Dionigi, con gli antichi affreschi, restaurati nel 1994 dal prof. Ermanno Zamboni che ha riportato alla luce gli antichi colori deteriorati da infiltrazioni d’acqua, così come quelli della cappella di Sant’Anna, ornata dagli affreschi quattrocenteschi della bottega dei Cagnola. Salendo lungo il paese il percorso toccava l’Oratorio della Madonna di Costantinopoli e poi saliva al grandioso Santuario della Madonna Ausiliatrice di Locarno, nato per volontà di Don Giuseppe Delsignore, come sviluppo di una cappelletta edificata nella prima guerra mondiale per propiziare il ritorno dei soldati, la cui storia, affascinante come un romanzo, è stata pubblicata da Silvano Pitto.

Molto apprezzato è stato il consueto volumetto FAI «Valsesia sconosciuta. Percorsi d’arte e di fede», contenente saggi monografici arricchiti da molte immagini a colori.

Il presidente della Delegazione Fai della Valsesia, Mario Manfredi, e tutti i collaboratori esprimono la loro soddisfazione per la risposta numerosa e attiva, e ringraziano gli allievi volontari degli Istituti Superiori G. Ferrari Mercurino di Borgosesia-Gattinara, d’Adda di Varallo e l’Istituto Tecnico Agrario G. Bonfantini di Romagnano, preparati dagli insegnanti Samanta Viazzo, Roberto Bianchi, Maria Piccolo, Francesca Vigone, Giacomo Gagliardini, Sara Silva, Massimo Bozzalla, Andrea Polidori, Giuseppe Oliva e i loro Dirigenti Scolastici.
Un grazie viene espresso ai sindaci Eraldo Botta e Francesco Pietrasanta, dei Comuni di Varallo e di Quarona, e alle rispettive Amministrazioni comunali. In modo particolare si ringraziano le associazioni di Doccio e gli Alpini, la Pro Loco di Locarno, i cui volontari tanto si sono prodigati per presentare al meglio il loro territorio, il presidente della SVPS Savino Re.

Infine un grazie davvero speciale a don Matteo Borroni, parroco di Doccio e Locarno, che ha aperto al FAI le sue chiese con generosità e accoglienza.

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