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Grignasco: grande successo per il secondo incontro dedicato alla scienza

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Lara Gobbi, Presidente del Centro Studi di Grignasco e Cristina Trapella, dirigente del Gruppo Studi Storico Artistici, hanno presentato la seconda serata dedicata alla scienza: dopo Albert Einstein, protagonista è stato Enrico Fermi, il maggior fisico italiano del Novecento, il più grande fisico italiano dopo Galileo Galilei.

Il Dirigente Scolastico, Prof. Alberto Lovatto, ha ringraziato il Centro Studi e Alessandro Bacchetta per il coinvolgimento attivo dei ragazzi: “Mi era stato chiesto di fare qualcosa per i giovani e ho pensato che fosse più produttivo far fare qualcosa ai giovani facendoli diventare protagonisti e non solo spettatori: l’esperimento è riuscito grazie alla maestria di chi fa ricerca e fa l’insegnante da tanti anni”. Il Professor Alessandro Bacchetta, del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pavia, ha ringraziato Simona Mazzone, l’insegnante di classe di fisica, che ha collaborato in questo percorso.

La serata è stata affidata agli studenti del quinto anno del Liceo Scientifico di Borgosesia: Erika Colletto, Francesca Colombo, Giacomo Preti, Filippo Rando, coordinati da Alessandro Bacchetta, che ha introdotto il personaggio Enrico Fermi e ha formulato alcune domande cui si sarebbe tentato di rispondere: Che cosa sono i raggi beta? Perché Fermi è considerato il fisico italiano più importante del Novecento? Fermi è stato il padre della bomba atomica?.

I ragazzi del Liceo si sono alternati nelle varie spiegazioni. E’ stato tracciato un profilo biografico di Fermi, nato a Roma nel 1901, autodidatta, che si formò leggendo libri presi a prestito dalla biblioteca e dal collega del padre, l’ingegner Adolfo Amidei, che lo spinse a proseguire gli studi di fisica alla Normale di Pisa, risultando primo all’esame di ammissione. Si laureò nel 1922, proseguì la sua formazione a Göttingen, presso la scuola di Max Born e a Leidaper studiare con Paul Ehrenfest, dove verrà riconosciuto il suo talento naturale. Orso Maria Corbino fisico, già ministro, senatore e direttore dell’Istituto di fisica di via Panisperna, nel 1927 gli fece ottenere la cattedra di fisica teorica all’Università di Roma, perseguendo l’obiettivo più ampio di accrescere la fama della fisica italiana nel mondo, sviluppando particolarmente la meccanica quantistica, che si stava affermando. Nel 1928 Fermi si sposò con Laura Capon: i due scrissero insieme un libro per i liceali, ma poi Laura si tenne volutamente distante dal lavoro del marito.

La serata è poi diventata più scientifica: Bacchetta ha spiegato l’atomo con elettroni, protoni, fotoni, particelle associate alla luce. La teoria quantistica, con quella della relatività, fu la rivelazione della scienza del Novecento: nel 1926 Fermi scrisse un lavoro sulla distribuzione di particelle con spin semi-intero che rispondono al principio di esclusione di Pauli. Queste particelle saranno chiamate fermioni, proprio in onore di Fermi,

Sono stati spiegati i neutroni, gli isotopi e la radioattività naturale, che è stata misurata con un contatore Geiger, strumento che misura radiazioni di tipo ionizzante, in particolare le radiazioni provenienti da decadimenti di tipo Alfa, Beta e Gamma, su diversi materiali. Si è poi parlato di radioattività artificiale. Nacque il gruppo dei Ragazzi di Via Panisperna: Oscar D’Agostino, Emilio Segrè, Franco Rasetti, Edoardo Amaldi, Enrico Fermi, capeggiato da Corbino, del quale fece parte anche Ettore Majorana, scomparso misteriosamente nel 1938. In quell’anno, dopo la morte di Orso Mario Corbino, anche a causa delle leggi razziali fasciste e alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, il gruppo si disperse e la maggior parte dei “ragazzi” emigrò all’estero, Fermi, con moglie di origine ebrea, si trasferì negli Stati Uniti subito dopo l’assegnazione del premio Nobel per la Fisica – per aver scoperto gli elementi trans-uranici, ovvero di elementi con un numero atomico superiore a quello dell’uranio: in realtà aveva ottenuto la fissione del nucleo – seguito da Segrè, che nel 1935 aveva accettato una cattedra a Palermo, Rasetti in Canada. L’omonimo film di Gianni Amelio, del quale durante la serata sono state mostrate alcune clip, ha permesso di entrare nello spirito di quell’epoca emozionante per la fisica italiana.

Fermi a New York continuò le sue ricerche: lo sfruttamento della fissione dell’atomo che produce un’energia illimitata e porta alla creazione della bomba atomica. Il ruolo di Fermi nel Progetto Manhattan, fu quello di far partire il primo reattore nucleare, la “pila di Fermi”. La prima bomba atomica, uranio 235, chiamata Little Boy, fu sganciata su Hiroshima, la seconda, che utilizzava il plutonio, più instabile, nata dalla fissione atomica dell’uranio 238, chiamata Fat Man, venne sganciata su Nagasaki. Furono eventi che cambiarono la storia.

Dopo la guerra Fermi proseguì i suoi studi a Chigago e formò scienziati di cui ben sei ottennero il Premio Nobel: fu un grande insegnante e soprattutto un grande motivatore. Colpito da un cancro allo stomaco, sebbene fosse più giovane, morì a Chicago nel 1954, un anno prima di Einstein. Gli furono intitolati i laboratori di ricerca: Fermilab, equivalenti al Cern di Ginevra e fu chiamato “Fermio” uno degli elementi della tavola periodica, privilegio che è stato appannaggio di soli sedici scienziati. Fermi fu l’ultimo scienziato che coniugò la fisica sperimentale e la fisica teorica, come sottolinea il titolo di un libro: “Fermi l’ultimo uomo che sapeva tutto”.

Agli interventi sono seguite numerose domande. Lara Gobbi e Cristina Trapella hanno omaggiato i ragazzi e Alessandro Bacchetti di pubblicazioni, offrendo la tessera del Centro Studi a tutti gli studenti della V B, come ringraziamento per la loro partecipazione e per l’impegno dimostrato, nonostante tra poche settimane debbano affrontare l’esame di maturità.

Il bilancio delle due serate è stato nettamente positivo per il Centro Studi di Grignasco: “Un grosso successo aver avuto il lusso di riempire la sala di giovani, attraverso lo scambio università e liceo scientifico”.

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