Attualità
Il «Giudizio Perduto» di Gaudenzio Ferrari
GHEMME – L’associazione «Segni d’Arte» giovedì 1° febbraio, ha organizzato un’interessante serata su Gaudenzio Ferrari con protagonista don Damiano Pomi. Oltre a essere il nostro parroco, il sacerdote è anche storico dell’arte sacra e docente presso la Pontificia Università Gregoriana.
Il «Giudizio Perduto» di Gaudenzio Ferrari
Il tema dell’incontro è stato «Il Giudizio perduto di Gaudenzio Ferrari», oggetto d’indagine da parte dello studioso per la sua dissertazione di laurea. Michele Tria, artista ghemmese e tra i creatori della nuova associazione, dopo aver salutato i presenti, ha spiegato gli intenti del sodalizio: tra i suoi più sentiti desideri c’è quello di aprire le porte ai più giovani, in modo tale da appassionarli e avvicinarli alla bellezza e all’arte. Inoltre ha ricordato che «chiunque può venire e creare una goccia che possa avvicinare i ragazzi». Lo stesso don Damiano era stato invitato a partecipare a una serata in cui si è cimentato con le matite e ha provato a disegnare sotto la guida di Tria, riprendendo così dopo tanto tempo l’arte del disegno.
La storia dell’affresco
Il sacerdote ha raccontato l’incredibile storia di questo affresco che un tempo doveva essere presente sulla controfacciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Varallo. Attraverso alcune fonti documentarie, tra cui la guida del Sacro Monte di Francesco Sesalli edita nel 1566 e immagini di altre raffigurazioni del Giudizio Universale presenti nel Nord Italia, don Damiano è riuscito a far immaginare ai presenti come dovesse apparire la splendida pittura murale, talmente bella da essere menzionata da Giovanni Paolo Lomazzo nel suo trattato sull’arte e sulla pittura appena prima del capolavoro di Michelangelo. Con il suo racconto ha restituito l’emozione che si doveva provare nel trovarsi davanti l’immensa parete dipinta con scene che sicuramente invitavano il fedele alla riflessione. È stata occasione anche per mostrare molti affreschi di tema simile presenti nel Novarese e in Valsesia che hanno stimolato la curiosità e il desiderio di andare a vederli: per citare solo alcuni ricordati da don Damiano, la chiesa di San Michele a Oleggio, la Chiesa della SS. Trinità di Momo, il Giudizio Universale presente a Paruzzaro, a Riva Valdobbia, a Zuccaro e alla Colma di Valduggia, quest’ultimo molto ammalorato. Il sacerdote ha anche spiegato quali potrebbero essere state le cause che hanno portato la scomparsa dell’affresco, probabilmente avvenuta durante la Controriforma. Ha, infine, ricordato che purtroppo neppure il saggio effettuato dai restauratori nel 2017 ha portato alla luce nuovi dati. Al termine della serata ha preso la parola anche Carlo Olivero che nel tempo è stato uno tra i fautori del rinnovamento della Biblioteca, spazio che ha ospitato la serata. È stata occasione per parlare nuovamente di arte, fantasia e immaginazione, componenti che sono importanti nella vita di ciascuno.
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