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Il lavoro in Valsesia, realtà e prospettive: Gianni Filippa ospite di Lions e Rotary per una serata interclub

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VARALLO – Mercoledì 8 febbraio all’Albergo Italia di Varallo il Rotary Club Valsesia ha organizzato una serata interclub con il Lions Club Valsesia per parlare de «Il lavoro in Valsesia, realtà e prospettive», con relatore il socio Lions Gianni Filippa, presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia per il quadrimestre 2021-2025.

La presidente del Rotary Valsesia, Patrizia Rizzolo, ha aperto l’incontro con un pensiero alla tragedia del terremoto in Siria  e Turchia. «Le ragioni per le quali siamo qui riuniti sono fondamentalmente due: il piacere di condividere pensieri sulle tematiche del lavoro e dell’economia con il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia e la volontà di potenziare la comunicazione all’interno e all’esterno del Club»: Patrizia Rizzolo ha ricordato la comune iniziativa dell’istituzione di borse di studio per studenti dell’Istituto Professionale e Tecnico che elaborino progetti significativi legati alla presenza di manufatti, prototipi, studiati e inventati a scuola, sviluppando quelle competenze trasversali delle quali avranno bisogno entrando nel mondo del lavoro, sottolineando che il rapporto scuola-lavoro e l’orientamento scolastico hanno bisogno di crescenti attenzioni, perché sono le premesse del futuro dei giovani.

«E’ un piacere parlare seduto al tavolo con altri due ex presidenti di Confindustria: Carlo Alberto Prosino e Savino Rizzio»: dopo l’esordio, Filippa ha creato la cornice del suo intervento ricordando che la situazione delle industrie presenti sul nostro territorio rispecchia quella italiana: «Non c’è una monocultura economica, ma esistono diversi settori di attività che formano un tessuto variegato: in Provincia gli occupati sono 54.827, dei quali 20.709 sono impiegati nell’industria, e 3.457 hanno più di sessant’anni e quindi presto dovranno essere sostituiti». Il relatore si è interrogato su che industria avremo domani e quindi quale sarà la tipologia degli occupati: «Nelle  decisioni di investimento si terranno in considerazione i fattori ESG – Environmental, ambientale,  Social, sociale  e  Governance, governo societario – indirizzando i capitali verso imprese e progetti considerati sostenibili cioè, per esempio, che rispettano l’ambiente, sono attente all’inclusione e al benessere dei lavoratori, favoriscono le presenza di donne negli organi di amministrazione, garantiscono trasparenza all’interno delle aziende. Si stanno elaborando standard condivisi a livello internazionale per la valutazione della sostenibilità. Oltre ai bilanci economici si faranno bilanci sulla sostenibilità».

Tra i problemi segnalati c’è quello della competitività: «Non avendo materie, prime occorre puntare su prodotti che si distinguano qualitativamente, che siano innovativi. Occorre poi anche tenere conto del Reshoring (o rilocalizzazione), la scelta volontaria, attuata da un’azienda, di spostare, in tutto o in parte, le proprie attività produttive, o le forniture, in un Paese diverso rispetto a quello in cui le stesse erano state precedentemente delocalizzate: è il caso di industrie italiane all’estero che stanno ritornando in Italia». Il nuovo personale che sarà necessario nel prossimo futuro dovrà essere flessibile ai cambiamenti e capace di lavorare con persone provenienti da culture diverse: «In questo noi italiani siamo favoriti perché le nostre scuole umanistiche ci hanno abituati a pensare e quindi a essere pronti ai cambiamenti».
Passando al presente, è stato constatato che alle industrie mancano persone, a fronte di un grande numero di disoccupati, Filippa ha ipotizzato errori da parte della famiglia, della scuola e dello Stato: «Per avere ragazzi preparati si devono fare investimenti oggi e avremo risultati tra vent’anni. Questo concetto dovrebbe essere alla base di una riforma scolastica seria: se l’unica materia prima che abbiamo è il cervello dovremmo coltivarlo bene e soprattutto avere persone motivate nel farlo crescere».

Le previsioni per il 2023 sono in leggera flessione – fatto salvo il fattore guerra in Ucraina che potrebbe cambiare tutto – occorre dunque tener conto del fatto che se diminuisce il reddito cala il consumo interno, quindi dovrebbero aumentare i salari in rapporto all’aumento dei prezzi e sarebbe necessario un taglio fiscale di almeno cinque punti, per dare più potere di acquisto ai lavoratori. Rispondendo alle numerose domande Filippa ha convenuto che se muore l’imprenditorialità, perché l’accesso al credito diventa sempre più arduo, tutto si arena.

La serata è stata chiusa con un invito, rivolto da entrambi i Presidenti dei Club di Servizio, a proseguire e potenziare la collaborazione e la  condivisione, perché, citando un proverbio somalo: Da soli corriamo  veloci, ma insieme possiamo correre lontani, unendo le forze si possono ottenere risultati maggiori.

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