Attualità
Il Liceo Classico alla Farinone Centa
Federica Piazzale, insegnante del Liceo Classico di Varallo, da anni promuove la frequentazione della biblioteca civica «Farinone Centa» tra i suoi studenti e organizza una mattinata a Palazzo Racchetti per conoscere i primordi della stampa, la cui invenzione segnò un cambiamento epocale per la trasmissione e la diffusione della cultura.
Quest’anno allo studio di incunaboli e cinquecentine è stata abbinata la visita alla mostra allestita nel portico del Cortile d’Onore, dedicata ai cent’anni della Bauhaus. Riccardo Bucchino, fotografo di Borgosesia, architetto di formazione ha incentrato la mostra fotografica proprio sulla «scuola» che diede frutti straordinari e ancora oggi è un punto di riferimento. I ragazzi hanno potuto apprezzare la modernissima concezione di scuola che metteva in stretta comunicazione il sapere artistico ed umanistico con la tecnica: ampi laboratori erano dedicati alla ceramica, alla tessitura, oltre che alla progettazione architettonica.
Nella Sala delle Edizioni rare e di pregio gli studenti hanno anche potuto ammirare in anteprima incunaboli preziosi e molto rari, donati alla Biblioteca dallo storico sangermanese Antonio Corona: il Supplementum Summae Pisanellae, di Nicolò di Osimo, il primo incunabolo vercellese, stampato dal Suigo nel 1485 e il primo ed unico libro impresso a Chivasso nel XV secolo: la Summa Angelica de casibus conscentiae, del famoso teologo francescano Angelo Carletti di Chivasso, stampata nel 1486, il Corpus iuris civilis. Iustiniani institutiones cum glossis, stampato a Torino nel 1488, dedicato a Pietro Cara, personaggio di notevole rilevanza culturale e politica nella storia dello stato sabaudo, giureconsulto e oratore, nato a San Germano nel 1440, promotore dell’introduzione della stampa e protettore dei primi stampatori nello Stato sabaudo, il Tractatus de ecclesiastica potestate di Alessandro di Sant’Elpidio, impresso a Torino nel 1494.
L’incontro con i primordi della stampa, con i caratteri tipografici, con pergamene e carta di stracci, in una sala colma di opere d’arte donate dal dottor Remogna, crea sempre una particolare emozione, che i ragazzi traducono in domande che diventano il ponte per attraversare i secoli e comprendere meglio il presente «tecnologico».
Piera Mazzone
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