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«Il Monte Barone sporco? Sintesi giornalistica affrettata»

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Il Monte Barone, la montagna più sporca delle Alpi Nord occidentali? La sintesi forse un po’ troppo sbrigativa fatta da diversi media, anche a livello nazionale, a conclusione del convegno svoltosi martedì a Torino per fare il punto sul progetto «Clean Alp», non è andata giù a «Cuore Attivo Monterosa». L’odv alagnese – anche quest’anno in prima linea nel sostenere l’iniziativa che, avviata nel 2021 da European Research Institute, ha come obiettivi lo studio dell’inquinamento da plastica in bassa, media e alta montagna nonché dell’impatto dal punto di vista ecologico, sociale e sanitario – ci tiene pertanto a fare alcune precisazioni al riguardo. Anche perché l’immagine che ne esce della montagna simbolo della Valsessera è tutt’altro che veritiera.

«Nella due giorni di pulizia proposta a inizio ottobre» racconta per Cuore Attivo Monte Rosa, la guida alpina Paolo Dalla Valentina «abbiamo complessivamente raccolto oltre venti chili di rifiuti. Le informazioni rese note al convegno sono corrette, peccato però che diversi media non siano andati oltre al mero dato. Dai titoli di diverse testate, anche di diffusione nazionale, sembra infatti che il nostro Monte Barone sia la montagna più sporca, invasa da spazzatura. Basta percorrere i sentieri che conducono alla vetta per accorgersi che non è affatto così. Oltre quattordici dei venti chili di rifiuti raccolti in quel fine settimana, li abbiamo trovati tutti nei pressi dell’Alpe Ponasca, non nelle zona del rifugio ma qualche centinaio di metri più in basso, dove vengono portate a pascolare le capre. E sono tutti risalenti a diversi decenni fa, come dimostrato dalle scadenze, in alcuni casi ancora ben visibili. Il resto della spazzatura è invece stato trovato in vetta, ma anche in questo caso era ben nascosto. Siamo stati noi, per effettuare un’accurata pulizia, che abbiamo spostato alcune pietre, trovando al di sotto diverse scatolette di tonno e sardine e altri oggetti, anche in questo caso parecchio datati. Un tempo, quando non si parlava ancora molto di coscienza ecologica, era infatti abitudine piuttosto diffusa “sotterrare” i rifiuti nei posti più impensabili».

«Questo per dire» conclude Dalla Valentina «che il Monte Barone non è affatto sporco. Sia il CAI Valsessera con i suoi volontari che i gestori del rifugio stanno facendo da anni un grande lavoro per tenere puliti e ben percorribili i sentieri di accesso. Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo voluto dare una mano. Mi sento quindi di tranquillizzare tutti. La “nostra” montagna non è sommersa dall’immondizia, ma è come sempre pronta ad accogliere gli escursionisti in tutta la sua bellezza».

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