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Indagati per truffa ai danni di una Onlus valsesiana

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Indagati per truffa ai danni di una Onlus valsesiana

Militari della Guardia di Finanza di Vercelli hanno dato esecuzione a un provvedimento di misura cautelare reale, ovvero un sequestro preventivo di una somma di oltre 128mila euro provento di ingiusto profitto, emesso dal GIP presso il Tribunale di Vercelli, su richiesta della Procura della Repubblica di Vercelli, per truffa aggravata a carico di tre indagati, in concorso tra loro.

Indagati per truffa ai danni di una Onlus valsesiana

Il provvedimento arriva a conclusione di un’indagine di polizia giudiziaria delegata dal Sostituto Procuratore dott.sa  Mariagiovanna Compare al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo e che ha avuto inizio dalla denuncia-querela di un’associazione no profit di filantropia e di sostegno, anche finanziario, delle persone e fasce deboli della popolazione, associazione attiva in Valsesia.

In particolare, le investigazioni sono state incentrate sull’approfondimento dei flussi finanziari di svariati conti bancari e del contenuto delle memorie di smartphone e personal computer degli indagati, sfruttando le competenze di un Ispettore del Nucleo P.E.F. specializzato nell’acquisizione e analisi forense dei dati informatici. La tecnologia investigativa ha permesso tra l’altro di recuperare le conversazioni su whatsapp cancellate e che facevano riferimento al denaro elargito dalla onlus da ripartire tra gli indagati, alle fatture da far preparare all’occorrenza, alle modifiche di documenti fiscali e alla distrazione delle somme dalle finalità solidaristiche.

Le emergenze di polizia giudiziaria hanno consentito di acquisire univoche fonti di prova sul fatto che un’ingente somma di denaro, pari appunto a circa 128mila euro, che la onlus aveva fatto confluire in un fondo acceso con le donazioni da destinare alle costose cure mediche di una bambina affetta da una patologia rara, era stata distratta dai genitori, con il fattivo concorso di una terza persona, per finalità estranee a quella di assistenza alla piccola paziente.

Per ricostruire l’effettiva destinazione del denaro, formalmente giustificata dalle fatture di spese mediche, le Fiamme Gialle sono state delegate dall’A.G. a eseguire controlli incrociati in noti ospedali pediatrici, alcuni operanti in Liguria, Lombardia e Toscana che, a leggere quanto riportato nei documenti fiscali esibiti dagli indagati, avevano somministrato prestazioni sanitarie a pagamento. A tal riguardo, sono state reperite dai finanzieri anche ricevute per cure presso lo studio, in Italia, di un medico luminare spagnolo e per il sostenimento di frequenti viaggi in strutture sanitarie all’estero.

Tutte circostanze completamente smentite dall’esito dei controlli dei militari che, al contrario, facevano emergere come fatture e ricevute risultassero non veritiere e create ad hoc per ottenere fraudolentemente l’elargizione, da parte dell’associazione, del denaro a titolo di ristoro per costi di assistenza mai sostenuti o solo in parte genuini.

Durante le indagini, è emerso il coinvolgimento nella truffa di una terza persona, in funzione di «fiduciaria e referente» tra l’associazione e i genitori della bimba essendo, con varie modalità, autorizzata a movimentare il denaro del fondo che, in circa due anni, grazie alla solidarietà dei donatori, erogava oltre 200mila euro a favore della sfortunata bambina, solo marginalmente utilizzate per l’assistenza e cure. Infatti un’ingente somma di denaro, una volta entrata nella disponibilità degli indagati, era destinata, per esempio, al pagamento di viaggi, di abbonamenti a pay-tv e video games, all’acquisto di prodotti di numismatica, di filatelia e di beni voluttuari e, pure per versamenti a favore di soggetti residenti in America Latina.

Nello svolgimento delle indagini, la perfetta sinergia tra l’Autorità Giudiziaria e la Guardia di Finanza ha permesso di fare rapida luce su una truffa articolata, consumata anche attraverso la creazione di documenti fiscali e commerciali non veritieri per ottenere un ingiusto profitto, che ha visto come vittime inconsapevoli una bambina sofferente e una meritoria iniziativa di solidarietà ma che ha anche riaffermato come il Corpo sia determinato a corrispondere alle istanze di giustizia provenienti dai cittadini e dagli enti che ripongono fiducia e affidamento nelle Istituzioni per la tutela dei diritti e delle libertà economiche.

Per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte a indagine sarà definitivamente accertata solo quando intervenisse sentenza irrevocabile di condanna.

 

Immagine di archivio

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