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La PABV confluisce nell’SRE: «Scelta necessaria, servizi garantiti»

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Nata nel 1998, dopo quasi 25 anni di attività in favore della popolazione, la Pubblica Assistenza Bassa Valsesia confluirà nell’Sre di Grignasco.

«Una decisione inevitabile» commenta la presidente PABV Maria Rosa Magni. «Purtroppo negli ultimi tempi, anche in seguito al dilagare della pandemia, il numero dei volontari operativi si era drasticamente ridotto e non eravamo dunque più nelle condizioni di continuare con i servizi abitualmente svolti. Da qui la decisione di rivolgersi all’SRE che sappiamo essere una solida associazione con cui peraltro si è sempre ben collaborato».

Una richiesta di supporto che il sodalizio grignaschese ha accolto positivamente, come conferma il presidente Guido Vigna: «Dopo aver attentamente valutato le nostre possibilità e considerata l’importanza che la PABV ha per il territorio, abbiamo ritenuto di poter e dover affrontare questo nuovo impegno. Con il fondamentale aiuto dei volontari del sodalizio serravallese e con l’appoggio dell’Amministrazione comunale potremo come SRE aprire la “Sezione di Serravalle Sesia”».
Attualmente è dunque in corso l’iter burocratico per definire tutti i dettagli di questa operazione: la PABV si scioglierà formalmente il 31 dicembre di quest’anno, ma già dall’inizio di settembre c’è stato il subentro nella gestione dei servizi che sono quindi sempre stati garantiti senza alcun disagio per la popolazione.

«Con il cambio di assetto» spiega Magni, che coordina questa delicata fase di passaggio «la gestione amministrativa e dell’organizzazione dei servizi passerà in capo totalmente all’SRE. A Serravalle resterà comunque una sede operativa con tutti i mezzi e, soprattutto, continuerà a essere garantito l’Ambulatorio Amico, diventato ormai un punto di riferimento imprescindibile per i cittadini».

Il «cambio di veste» (col nuovo logo SRE) non modificherà quindi in alcun modo quantità e qualità dei servizi offerti.
«Spiace chiaramente dover concludere questa esperienza» dice infine Magni. «Con mio marito Marco Milanini e mio figlio Luca abbiamo operato nell’associazione per oltre vent’anni e lo abbiamo sempre fatto prodigandoci al massimo, anteponendo spesso le esigenze del sodalizio a quelle familiari. Venendo a mancare le condizioni per continuare a operare in modo autonomo, quello che più ci premeva era garantire che questo patrimonio di impegno sociale per la comunità non andasse perduto. Grazie all’SRE questo sarà possibile».

 

Immagine di archivio

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