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La protesta dei pastori valsesiani contro il ritorno del grande predatore

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Mercoledì scorso in mattinata al teatro Civico di Varallo si è tenuto un incontro sulla presenza del lupo nelle province di Vercelli, Novara e Biella. Per l’occasione, prima che il convegno iniziasse, un gruppo di allevatori valsesiani ha portato in piazza la sua protesta: «Le nostre montagne non sono adatte all’insediamento del lupo, che sta distruggendo la cultura alpina. O noi, o loro».

Una manifestazione organizzata dagli agricoltori/allevatori valsesiani davanti al teatro Civico di Varallo ha preceduto l’incontro sulla presenza del lupo nelle province di Vercelli, Novara e Biella organizzato dalla Regione Piemonte con l’assessorato alla Montagna, insieme all’Ente di Gestione delle Aree Protette Alpi Marittime, in sinergia con l’Ente di Gestione dell’Appennino Piemontese e con Enti e Istituzioni che operano nell’ambito del Progetto LIFE Wolfalps EU.

Mercoledì 29 luglio, dal mattino, prima che iniziasse il convegno, molti manifestanti si sono riuniti in piazza Vittorio per portare davanti alle istituzioni e ai cittadini un problema che, soprattutto in questi ultimi anni, li affligge, dal punto di vista economico e produttivo: la presenza del lupo, infatti, tocca direttamente il lavoro e la produzione di molti allevatori valsesiani che, sempre più spesso, devono affrontare la perdita di parte del proprio bestiame e i costi che ne conseguono, per via di attacchi predatori.
A nome degli allevatori valsesiani ha preso la parola Marco Defilippi, assessore all’Agricoltura dell’Unione Montana dei Comuni della Valsesia, vice presidente GAL, nonché allevatore e produttore: «Abbiamo verificato in questi anni che i metodi di convivenza con il lupo il più delle volte non sono efficaci e quindi ormai è diventata una questione di sopravvivenza. Il problema non riguarda solamente il settore agricolo: gran parte della filiera di produzione valsesiana si è dovuta scontrare con una situazione che sta diventando sempre più ingestibile. Le misure finora adottate si sono rivelate essere inefficaci: le reti anti lupo, oltre a essere dispendiose, non arginano il problema perché continuano a essere molte le invasioni anche in pascoli protetti in questo modo; i cani di guardiania sono utili per difendere il gregge, ma diventa difficile gestirli e molto spesso la loro guardia ha turbato abitanti e villeggiante; infine, si potrebbe nominare un operatore a custodia del gregge h24, una soluzione quasi impossibile da attuare per le aziende medio piccole, che sono anche la maggior parte di quelle che abbiamo qui in Valsesia. Fatte queste considerazioni, non ci interessa polemizzare o cercare colpevoli, bensì vorremmo trovare aiuto e collaborazione per cercare di salvare l’attività che da generazioni portiamo avanti e che molti giovani stanno facendo diventare la loro professione, riportandola in vita». E la soluzione potrebbe arrivare se si riuscissero ad attuare misure di contenimento che siano capaci di rispondere puntualmente alle esigenze degli allevatori: «Da sempre l’uomo e il lupo sono antagonisti» ha aggiunto Defilippi «e vorremmo che venissero individuate le zone in cui la convivenza tra i due è diventata particolarmente difficile e agire con normative speciali, coinvolgendo ai tavoli tecnici anche la parte degli agricoltori e della montagna. Suggeriamo come metodo di aiuto non il mortificante sistema dei rimborsi dei capi abbattuti ma l’istituzione di un fondo per le aziende mirato all’assunzione di manodopera per la sorveglianza degli animali negli alpeggi».
E l’incontro organizzato nella mattinata di mercoledì vuole andare proprio in questa direzione; come spiega Francesca Marucco, referente del Progetto LIFE Wolfalps EU: «Stiamo organizzando in tutta la Regione incontri che coinvolgono appositamente molti enti, tra cui la Provincia, gli assessorati locali, l’Asl, i Carabinieri provinciali, i Parchi regionali e nazionali, con l’idea di registrare le problematiche e mostrare gli strumenti che abbiamo a disposizione per arginare le difficoltà per poter attuare, in futuro, azioni mirate e realistiche. Per farlo, chiaramente ci serviranno dati effettivi; partirà quindi un monitoraggio della zona il prossimo 1° ottobre fino al 30 marzo per rilevare la presenza del lupo in Valsesia, che è una zona che solo recentemente sta affrontando questa problematica». L’incontro sarà certamente fondamentale per l’istituzione di un tavolo di proposte e soluzioni a cui, anche nei prossimi mesi, parteciperanno gli enti interessati; il fine sarà  la definizione di azioni mirate alla convivenza della specie con le attività umane e  alla sua gestione nell’ottica della definizione di specifiche misure di sostegno.

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