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“Novara-Varallo: Dago e Riva Vercellotti ci diano una mano a riattivarla”

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Sospeso dal settembre 2014 (me ne ricordo bene: per anni avevo viaggiato da Varallo a Pavia in treno, e quando il servizio era stato tolto mi era sembrato d’aver perso qualcosa anch’io. Quel giorno di settembre ero voluta salire a Quarona e scendere al capolinea: un saluto glielo dovevo), il servizio di trasporto pubblico sulla Ferrovia della Valsesia non è più ripreso.
Ricordo bene anche un’altra cosa: di «sospensione» e non di «cessazione» era il provvedimento, quindi, in teoria, ai viaggi di un treno non turistico si stava lasciando ancora speranza.
Da allora lungo la Novara-Varallo è transitata molte volte (ovviamente non in tempi di pandemia), grazie al progetto condiviso con Fondazione FSI, la locomotiva a vapore con annessi convogli d’epoca.

«Il treno storico ha avuto e avrà ancora tanto successo» ricorda il vice sindaco di Varallo Pietro Bondetti, «e ha permesso di mantenere la linea perfettamente funzionante».

«Dunque» prosegue, «nulla osta al ripristino del servizio di trasporto pubblico su rotaia. Una battaglia che dobbiamo assolutamente vincere: il treno serve, eccome. E il fatto che l’assessore regionale competente pensi di smantellare la tratta per farci una pista ciclabile mi lascia francamente interdetto. Chiedo allora ai nostri consiglieri regionali valsesiani, Angelo Dago e Carlo Riva Vercellotti, parte della stessa Amministrazione e in maggioranza pure loro, di attivarsi e di far comprendere all’assessore Gabusi quali sono le esigenze della valle».

Nel frattempo, in Regione, martedì 2 febbraio il consigliere pentastellato Sean Sacco ha presentato un’interrogazione: sulla base di tutta una serie di fattori (i costi di realizzo di una ciclabile sarebbero parecchio superiori a quelli di riattivazione della linea; tempi di viaggio sui treni inferiori rispetto a quelli sui bus; esigenze di studenti e pendolari; enti locali che spingono per il ripristino anche ricorrendo alle nuove tecnologie come i treni a idrogeno; annuncio del ministero dei Trasporti di considerevoli investimenti per rinnovo e riavvio di assi ferroviari strategici), ha chiesto quali siano le azioni per la riapertura della Novara-Varallo.
Nel giro di poco la risposta dell’assessore competente Marco Gabusi. Il quale, in sintesi, lascia ben poco spazio alle speculazioni. Perché se da una parte precisa come, in tema di piste ciclabili, sia stato emesso un bando di mero approfondimento, tramite studio di fattibilità, per capire quale potrebbe essere l’orientamento della amministrazioni locali in materia (insomma, una specie di «sondaggio» sull’argomento), dall’altra ricorda però pure che, nonostante gli annunci del ministero dei Trasporti, nel Recovery Fund «per le linee regionali non c’è un euro se non per le linee concesse, cioè la Canavesana e la Torino-Ceres».

E aggiunge: «Su una riattivazione immediata pesano le difficoltà oggettive confermate dal gestore del servizio, che rendono incompatibili i tempi legati al trasporto scolastico nel periodo pandemico. Nel tratto tra Varallo e Vignale ci sono 12 passaggi a livello che riducono la velocità a 40 km all’ora: per rendere appetibile il servizio passeggeri ripristinando una velocità adeguata occorrerebbe attuare un intervento sui passaggi a livello con ingenti investimenti economici e tempi molto più lunghi di quelli con cui, ragionevolmente, ci confronteremo con la pandemia. Il tratto Romagnano-Varallo è invece utilizzato per i treni di interesse turistico: per trasformarlo in un servizio quotidiano per i passeggeri bisognerebbe rinnovare gli impianti tecnologici di sicurezza, di segnalamento e dell’armamento ferroviario. Evidentemente anche questi lavori hanno tempi non compatibili».

In parole molto semplici: la Regione «ritiene che al momento ci sia una difficoltà non solo sulla Novara-Varallo ma su tutte le linee del servizio regionale, non avendo a oggi un contratto che garantisca il futuro. Riteniamo corretto esplicitare questo fattore, confermando in ogni modo che lavoreremo per risolvere tutte le questioni sul tavolo. Ma sia altrettanto chiaro» conclude Gabusi nella risposta a Sacco «che a oggi non ci sono risorse ulteriori dal Fondo Nazionale Trasporti, e risulta purtroppo difficile reperirne altre nel bilancio regionale. La riapertura delle 12 linee regionali sospese aumenterebbe la spesa di circa 30 milioni di euro all’anno: è comprensibile a tutti come non si tratti di questione politica ma di una evidente difficoltà economica».

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