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Nursing Up: «Pronto Soccorso aperti e gestiti da privati? Un’ipotesi inutile e costosa»

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Il Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta, sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie, ribadisce la sua posizione di totale contrarietà al progetto prospettato dall’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Icardi di concedere a realtà private la possibilità di aprire e gestire strutture di Pronto Soccorso.
«E’ passata più di una settimana da quando abbiamo ribadito all’assessorato la nostra posizione su questo progetto insensato» dicono dal sindacato, «sia per la complessità che una struttura di Pronto Soccorso deve avere, visto l’enorme ventaglio di patologie che in questi luoghi vengono affrontate e che una struttura privata non ha la possibilità di gestire in modo efficace, sia per l’aggravio di costi che tale progetto potrebbe causare: basti pensare a quello dei trasporti che saranno necessari quando i Pronto Soccorso privati non potranno affrontare criticità di pazienti che vanno invece curati solo nelle adeguate strutture pubbliche. Chiediamo dunque che l’assessorato ci convochi, assieme agli altri sindacati, per mettere sul tavolo una nuova strategia sanitaria regionale nella quale si lavori in sinergia per migliorare l’offerta di salute del Piemonte, per mettere la parola fine a voci, progetti campati per aria e idee che poi non si traducono in fatti. Per risolvere il problema del disavanzo regionale l’unica via è quella dell’efficienza ed efficacia della sanità che si raggiungono con assunzioni, da portare a termine subito, grazie alla possibilità di aumentare i tetti di spesa descritta dal nuovo Patto per la Salute nazionale, e con una gestione oculata e precisa degli organici grazie a una programmazione efficace da mettere in campo in tempi certi. Ciò, senza ricorrere a idee estemporanee e non sostenibili come quella di permettere ai privati di aprire dei Pronto Soccorso».

Claudio Delli Carri, segretario regionale del Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing Up, precisa: «Non ha senso aprire Pronto Soccorso in strutture private che poi andrebbero a intasare le strutture pubbliche trasportando i pazienti che necessitano di interventi complessi, come se fossero dei “pacchi”, negli ospedali dove possono realmente essere seguiti. E’ irrimandabile un confronto con i vertici della sanità piemontese, e fare finta di nulla rispetto ai nostri appelli non è un atteggiamento responsabile. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: dal punto di vista organizzativo, sanitario ed economico, l’idea dei Pronto Soccorso gestiti da privati non ha senso. La sanità del soccorso non è e non può essere un business. Incontriamoci, allora, e troviamo una strategia comune per programmare la sanità del futuro».

«Il problema vero è politico» conclude Delli Carri. «Perché se questi progetti estemporanei nascono come risposta al timore di un disavanzo economico per la sanità regionale, la strada per risolvere il problema è diversa da quella che oggi ascoltiamo. Bisogna creare efficienza con assunzioni e gestione degli organici più oculata. E’ necessario difendere l’eccellenza e l’efficacia della sanità pubblica piemontese, riconosciuta a livello internazionale, ottenendo, nei tavoli governativi, in sede di riparto nazionale, le cifre adeguate e corrette perché il sistema sia sostenuto. Altre regioni ci riescono egregiamente, perché noi no? Come ho già detto in passato, se la coperta è corta, la soluzione non è ricorrere ai privati, ma creare un’organizzazione per la sanità piemontese che funzioni, individuando le cifre corrette per farla funzionare e poi rispettando tali cifre. Non possono essere i pazienti e il sistema sanitario a pagare le inefficienze della burocrazia e della politica che, per riparare alla propria incapacità di programmare in modo corretto, trova soluzioni estemporanee come quella dei Pronto Soccorso privati».

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