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Quarona: anche il parroco ha preso il covid, tutto sotto controllo

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QUARONA – «Quello di oggi è il terzo giorno senza febbre». Insomma, don Matteo si è preso il Covid.
L’ho chiamato due lunedì fa per chiedergli come si sentisse ma anche per potere, tramite il Valsesiano, tranquillizzare la comunità sulle sue condizioni.
«Eh, non sembrerebbe proprio una passeggiata… ».
Una sera di fine ottobre gli è salita la temperatura, sui 39 gradi circa. Ha aspettato, ovviamente avvisando il medico di base, per vedere come si sarebbe evoluta la situazione: influenza stagionale o coronavirus? Il dubbio, è chiaro, di questi tempi e con una data sintomatologia, sorge.
«La febbre scendeva quando prendevo l’antipiretico» mi ha spiegato il parroco «ma poi risaliva; sono andato avanti così per qualche giorno dopodiché, visto che non passava, su consiglio della dottoressa mi sono rivolto al Pronto Soccorso, anche perché nel frattempo il respiro si era fatto un tantino affannato. A Borgosesia mi hanno dato un letto in uno stanzino del PS, con altre tre persone: quello che stava meglio ero io, gli altri tre, due anziani e una persona poco più vecchia di me, avevano tutti l’ossigeno. Il tampone aveva poi dato esito positivo ma io sono tornato a casa: tutto sommato mi sarei potuto gestire le cure in autonomia».
«Una malattia da non sottovalutare, per niente. Può lasciarti, come nel mio caso e appunto nonostante io non abbia avuto bisogno di ricovero, spossato. Mi sento del tutto “sbacalito”: non ho voglia di far niente, dormirei e basta. E tra l’altro il medico mi ha proprio detto che anche la convalescenza sarà lunga, che dovrò prenderla con calma e avere tanta pazienza».
Gli ho anche chiesto, per capire come si è organizzata la Parrocchia, per le funzioni in settimana e nei festivi: «Certo, non è semplice. Nei giorni feriali si danno il cambio, per le celebrazioni, i sacerdoti di Varallo, don Roberto, don Graziano e don Gianni. Sabato e domenica mi sostituisce chi è libero, da Varallo o Borgosesia; per esempio lo scorso fine settimana c’è stato anche don Antonio di Romagnano».
Allo stato attuale si è inoltre provveduto a sospendere il catechismo: «Sì, anche se in realtà le prescrizioni governative non impongono tale scelta. Abbiamo preso questa decisione a titolo precauzionale, tenendo anche conto del fatto che alcuni genitori sono preoccupati, e noi desideriamo trasmettere tranquillità, non paura».
Dunque, occhio al covid, giusto? «Ossì! E’ davvero il caso di seguire le indicazioni, di attenerci a quanto ci viene chiesto, a misure di contenimento che ormai dovremmo conoscere a memoria. Dovessimo ammalarci, come è successo a me, non andiamo nel panico: io posso dire che sono stato e sono attualmente assistito da chi ha il compito per farlo, che i sanitari, nel limite del possibile considerato l’assai elevato numero di persone contagiate e quindi bisognose di attenzione, sono presenti. Però, appunto, mettiamoci anche del nostro: rispettiamo le regole».
Nel frattempo, a don Matteo tanti tanti auguri di pronta ripresa!

E tu cosa ne pensi?

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