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Salumificio Franchi, cent’anni di qualità

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BORGOSESIA – Un albero di Natale alto 25 metri, illuminato da luci scintillanti, fiocchi di neve luminosi e una grande stella cometa che accoglie chi arriva a Borgosesia da Montrigone: è il segno della rinascita del Salumificio Franchi, che torna a essere solida realtà del territorio dopo la crisi del 2017. L’acquisizione da parte di Alimentagri Piemonte, nel luglio del 2020, ha ridato prospettive allo storico brand e ai dipendenti, e oggi Franchi torna a rappresentare Borgosesia e la Valsesia in tutta Italia, con prodotti apprezzati per le ricette tradizionali e le eccellenti materie prime.

E’ l’amministratore delegato Antonio Posa a spiegare la rinascita del marchio, con uno sguardo al prestigioso passato e la promessa di un futuro rassicurante per lo stabilimento, che punta su materie prime al 100% nazionali, anche grazie alla partnership con OPAS, contraddistinto dal prodotto interamente italiano.

Dottor Posa, qual è la situazione attuale del Salumificio Franchi?
«Lasciati alle spalle anni non semplici, oggi il Salumificio Franchi si affaccia al futuro con una nuova solidità, un cospicuo numero di dipendenti e uno considerevole di ordini. Dopo l’acquisizione dell’azienda da parte di Alimentagri, la crescita è stata esponenziale: quest’anno si è sfiorato un volume di incremento del 60%, risultato che festeggiamo illuminando il Natale di quest’area della città di Borgosesia che ospita il nostro stabilimento dal 1964, quando fu insediato qui il primo nucleo, ampliato nel 1977 su una superficie di oltre 20mila mq».

Ripercorriamo la storia del Salumificio: qual è stato il segreto del successo?
«Erano gli Anni Venti del Novecento quando Francesco Franchi, ventisettenne unico figlio maschio tra tante sorelle, inizia a produrre a Grignasco insaccati freschi, semplici e artigianali. Il suo lavoro viene fin da subito molto apprezzato e la clientela si fa numerosa. E’ però alla fine della grande guerra che la piccola impresa di famiglia inizia a produrre e a distribuire in modo continuativo salumi freschi, trasferendo il laboratorio a Borgosesia, dove inizia la nostra storia e si crea il profondo legame con il territorio, che tutt’oggi si sente nella bontà dei nostri salumi, stagionati all’aria fine della valle del Monte Rosa».

Come avete mantenuto la qualità nel tempo?
«I salumi Franchi nascono dalla selezione della materia prima, principale pregio dei nostri prodotti. Su questo aspetto non siamo mai scesi a compromessi. E anche se negli anni è cambiata l’agricoltura, l’alimentazione e l’allevamento, la scelta dei migliori suini, allevati con i metodi tradizionali, ci consente di mantenere la qualità che ci ha reso famosi da quasi 100 anni. La trasformazione poi, con le ricette tradizionali, l’aromatizzazione e la stagionatura danno quel tocco finale che contraddistingue la gamma dei salumi di Franchi».

Quanto è importante e come avviene la stagionatura?
«La fase di asciugatura/stagionatura avviene con vari metodi, a seconda del calibro del salame e del tipo di macinatura, grossa o fine. Ciò che va sottolineato è che si tratta di un processo senza alcun automatismo: sono i nostri tecnici a regolare la traspirazione in base al tipo di salume, per togliere l’umidità nel più breve tempo possibile, la valutazione dipende dal tatto, dalla vista e dal profumo che il prodotto emana, facendo capire allo stagionatore quando è il momento di cambiare fase. Solo chi, come noi, ha grande esperienza del prodotto e una vera passione può determinare quale sia il giusto punto di stagionatura, e questo fa sicuramente la differenza dei nostri salumi».

Ci illustra la filiera dei vostri prodotti?
«Certo! Per esempio, il salame Piemonte, uno dei nostri prodotti più amati, è realizzato con carne di animali nati, cresciuti, allevati e macellati nella nostra regione e che noi trasformiamo usando solo pochi tagli selezionati come la spalla e la pancetta. Le carni vengono prima raffreddate e asciugate, poi sminuzzate e macinate a bassa temperatura per conservare inalterato il grasso; quindi, insaccate in budelli naturali e legati a mano».

Come si può conservare l’artigianalità, quando si diventa industria?
«In Franchi non è mai venuta meno l’artigianalità del prodotto, perché l’industrializzazione non ha stravolto il processo produttivo. Si interviene migliorando la movimentazione dei materiali e delle merci e riducendo i tempi di insaccatura e legatura, ma il processo resta artigianale. Noi ci definiamo “artigiani in serie” cioè tanti artigiani che fanno il loro lavoro insieme, come una volta».

A quali valori si ispira la vostra azienda, e che sguardo ha sul futuro?
«Il nostro valore principale è sicuramente la passione per questo mestiere, ingrediente indispensabile per continuare a “fare bene” i nostri salumi: la nostra avventura è iniziata 100 anni fa, siamo ormai alla viglia dell’anniversario e ne andiamo fieri. Oggi siamo orgogliosi di vedere l’azienda ancora forte come una volta, ed abbiamo massima fiducia nel futuro, consapevoli di aver trasmesso ai giovani collaboratori i nostri valori e i segreti per mantenere la qualità del prodotto. Siamo pronti per le sfide dei prossimi 100 anni!».

E tu cosa ne pensi?

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