Attualità
«Scarpe rosse»: la responsabilità di dare voce alle donne vittime di violenza

BORGOSESIA – Legato alle iniziative per la Festa della donna, venerdì 14 marzo, si è tenuto lo spettacolo «Scarpe rosse- E se le vittime potessero parlare?», una lettura in musica di alcuni testi tratti da “Ferite a morte” di Serena Dandini e intepretati dall’attrice Sara Urban e dalla musicista Marta Fortis dell’Associazione musicale Enarmonia.
«Scarpe rosse»: la responsabilità di dare voce alle donne vittime di violenza
Organizzato dall’Agorà del Borgo, l’incontro è stato aperto dalle parole dell’assessore alla cultura Gianna Poletti che ha ricordato il ciclo di appuntamenti dedicato alle donne che si è tenuto da marzo 2024 in città: «Con Scarpe Rosse si chiude il progetto «Donne Farfalle, Morgane» che ha visto ben quattro iniziative deputate alla riflessione su temi di strettissima attualità come la violenza di genere e la parità di genere». In tutti e quattro gli incontri la narrazione artistica è avvenuta attraverso la sinergia tra parole e musica, in una drammatizzazione che ha avuto come effetto un grande impatto emotivo sul pubblico. Anche nell’incontro di venerdì scorso è stato così, quando Sara Urban, accompagnata dalla chitarra di Marta Fortis, ha dato voce ad alcune donne vittime di violenza di genere assumendosi la responsabilità di diventare uno strumento per raccontare le loro storie.
Erano storie di donne diverse: diverse per provenienza geografica, sociale, culturale. Donne accomunate dall’essere vittime di femminicidio, un fenomeno che in Italia ha raggiunto proporzioni allarmanti. Serena Dandini, nel suo testo, si assume il compito di riportare in vita una galleria di voci di donne, reali o immaginate, che risuonano direttamente dall’aldilà. La loro morte è arrivata per mano di un marito, di un padre, di un amante: loro sono tutte vittime di una morte violenta e ingiusta avvenuta per una separazione, un rifiuto, uno stipendio troppo alto, un desiderio troppo audace. Queste donne, giovani e adulte, italiane e non, manager o operaie, attraverso Sara Urban hanno raccontato la loro vicenda a un pubblico numeroso e interessato.

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