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Vicepresidente della Regione a confronto con gli amministratori sui piani di intervento per prevenire le calamità

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All’indomani del grande incendio che nel marzo scorso devastò oltre 2.400 ettari di bosco nelle colline tra Serravalle e Sostegno tenendo in apprensione per giorni le nostre comunità, l’Amministrazione comunale serravallese manifestò subito la volontà di attivarsi quanto prima per ottenere un confronto ai massimi livelli perché, per riuscire a contenere e arginare i danni nel malaugurato caso di nuovi roghi, sarebbe stato quanto mai necessario predisporre un’azione sinergica e sovracomunale.
L’incontro istituzionale che si è svolto due venerdì fa nella sala consiliare del Comune ha concretizzato questo intento. Presenti Fabio Carosso, vicepresidente e assessore regionale a Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo della montagna, Foreste, Parchi ed Enti locali, amministratori valsesiani e valsesserini, i presidenti delle Unioni Montane della Valsesia e del Biellese Orientale (Pier Luigi Prino e Gian Matteo Passuello), il presidente della Provincia Eraldo Botta e il consigliere regionale valsesiano Angelo Dago, presidente della V Commissione ambiente.
In apertura di riunione, proprio a quest’ultimo il sindaco Massimo Basso ha ascritto il merito di essersi fatto interprete e portavoce a Torino delle esigenze e richieste del territorio e gli ha quindi rivolto un ringraziamento a nome delle nostre valli. «Oggi abbiamo la possibilità di analizzare i fatti e predisporre le giuste strategie perché si possano sempre meglio prevenire e fronteggiare criticità ed emergenze. Possiamo fare sentire la nostra voce, è un’occasione da non perdere».

Dal canto suo, Dago ha spiegato di essere stato contattato, non appena eletto, dal sindaco serravallese: «Mi ha chiesto che le istituzioni regionali venissero sul territorio per capire di persona com’è la situazione e come meglio attivarci e prepararci per fronteggiare nuovi incendi. Oggi, dunque, noi siamo qui per ascoltare le richieste degli amministratori locali in modo che, quando andremo a redigere il nuovo documento di programmazione regionale, potremo inserire quello che ci chiede il territorio».
Ha quindi reso noto che, nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 ci sono attualmente aperti tre bandi per oltre 8 milioni di euro: l’8.3.1. per interventi di prevenzione dei danni alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici (3,25 milioni), l’8.4.1. per interventi di ripristino dei danni ai boschi causati dalle stesse calamità (3,25 milioni) e l’8.5.1. dedicato agli investimenti per accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi (1,88 milioni).
Dago si è poi soffermato sulla difficoltà di manutenere le piste forestali e i tagliafuoco, sottolineando come il cattivo stato di conservazione abbia reso durante l’incendio gli interventi degli operatori ancora più complicato. A tal proposito, ha espresso la volontà di attivarsi per creare, viste anche le numerose richieste, una rete più capillare di piste ciclabili sul territorio, rete che contempli anche l’utilizzo di queste piste forestali così da garantirne una manutenzione più puntuale e funzionale. «Di cose da fare ce ne sono tante» ha aggiunto; «Stiamo scrivendo il “libro dei programmi” del prossimo Piano di sviluppo rurale, che è linfa vitale per la nostra Regione; un lavoro impegnativo e importante che stiamo mettendo a punto ascoltando innanzitutto le richieste di voi amministratori».
Collegandosi a quanto detto da Dago, il vicepresidente Carosso ha parlato della necessità di capire come utilizzare al meglio le risorse a disposizione per proporre dei progetti «forti» di sviluppo del territorio, non quindi forme di assistenzialismo ma progetti capaci di fornire mezzi e strumenti che consentano poi a una realtà di «camminare da sola». Si è quindi soffermato sui tre bandi aperti e ha evidenziato che a breve sarà inviato a tutti i Sindaci una sorta di vademecum dedicato ai bandi regionali: «Il Piemonte è costituito da un numero molto elevato di Comuni, parecchi dei quali di piccole dimensioni, con un unico dipendente che non può quindi permettersi di controllare sistematicamente quali siano i bandi aperti. E’ la Regione che deve far sapere quali possibilità ci sono e come accedere ai fondi, scendendo dai palazzi e andando in mezzo ai Sindaci. Come stiamo facendo noi».
Parlando poi di progetti di sviluppo della montagna, l’esponente dell’esecutivo regionale ha parlato dell’esigenza di un «cambio di passo», che consenta anche alle zone marginali di «far fruttare» le proprie caratteristiche rispondendo alle esigenze di chi sul territorio viene per «distribuire ricchezza», come i turisti o gli sportivi, il cui arrivo deve farsi meno sporadico e più massiccio, a tutto beneficio dell’economia locale. La montagna e i piccoli centri non devono essere un problema ma una risorsa, essere occasione di lavoro per i giovani, per chi vuole farvi impresa. La Regione in questo deve agevolare e sostenere, con particolare attenzione al territorio montano: dalla possibilità di «governare l’acqua» per prevenire le esondazioni e preservare le risorse idriche alla cura delle filiere: dal legname (rispondendo a specifica domanda) ai prodotti tipici. Un aiuto concreto su più settori e capillare, cui si aggiunge un progetto che Carosso auspica di estendere a tutti i piccoli centri: la «bottega di servizi», l’esercizio commerciale multifunzione in cui la Regione intende attivare uno sportello che consenta al cittadino e all’utente occasionale di accedere a tutta una serie di prestazioni (dal rilascio del tesserino funghi alle informazioni cartografiche).
L’assessore ha infine invitato gli enti locali ad attivare sinergie con i privati, in un’ottica di sviluppo collettivo.
Il presidente Passuello ha ricordato come l’Unione montana del Biellese Orientale sia in piena sintonia con le linee di sviluppo previste dal PSR. Attenzione al territorio, alla valorizzazione di sport «amici della natura» come la mountain bike, creazione di impianti (un esempio la pista di pump track a Pray) e rete di assistenza (colonnine per le e-bike), impegno nella manutenzione del territorio sia per piccoli progetti mirati che per il grande progetto Rendis sull’asta del torrente Sessera, evidenziano come l’ente stia svolgendo un ruolo di primaria importanza. Ha però evidenziato anche i problemi oggettivi che si frappongono al conseguimento degli obiettivi: primo fra tutti il quello degli operai forestali, che dopo l’accorpamento all’assessorato al personale hanno perso quell’elasticità e puntualità di impiego che sarebbe fondamentale avere. Altrettanto prioritaria è l’azione manutentiva sul territorio: l’incendio ha evidenziato una serie di criticità, dalle situazione delle piste a quella dei punti di presa d’acqua fino all’urgente necessità, ora, di un piano di ripristino e piantumazione. C’è bisogno di agire e, alla disponibilità della Regione manifestata da Carosso, Passuello ha assicurato la collaborazione del suo ente montano.
Anche dai rappresentanti dell’Amministrazione di Sostegno, il cui territorio è stato duramente colpito dal rogo, è giunto un appello a interventi di manutenzione straordinari per entità e vastità che evitino situazioni come quella piste tagliafuoco che, a cinque anni dall’ultima manutenzione, durante l’emergenza risultavano non più percorribili nemmeno ai mezzi d’opera di VVF o Protezione Civile, accrescendo le difficoltà di intervento degli operatori e costringendoli a modificare le strategie di attacco e contenimento della fronte dell’incendio. Un compito, quello della manutenzione, che un piccolo Comune come Sostegno non potrebbe mai svolgere ma che resta imprescindibile, per valenza sovracomunale e per necessità di prevenire possibili nuove emergenze. E’ anche questione di soldi: migliaia di ettari distrutti dal fuoco, onerosissimi interventi e la mobilitazione di uomini e mezzi, la necessità di rigenerare un territorio martoriato hanno costi altissimi. Come si ricorderà, il grande incendio di primavera è stato affrontato con elicotteri, Canadair, squadre Aib, VVF, Forestali, volontari: uno spiegamento di forze ingente, coordinato dai vertici regionali della Protezione Civile e dall’allora assessore Alberto Valmaggia (giunto di persona al centro operativo di Bornate): tanta gente, tanti mezzi, tanti euro.
Carosso ha accolto i rilievi mossi e affermato di voler rivedere la questione degli operai forestali e del rinnovo del parco mezzi a loro disposizione. Per la manutenzione ha spiegato che i bandi poco prima illustrati presentano un primo aiuto e ha concordato pienamente sulla necessità della manutenzione territoriale come fondamentale prevenzione dell’emergenza.
Prino, per l’Unione Montana della Valsesia, ha ricordato l’impegno e il supporto dell’Ente ai Comuni in progetti di ampio respiro, quali per esempio la rete ciclabile che, tassello dopo tassello, sta unendo tutta la Valle diventando sempre più attrattiva per centinaia di appassionati.
Altre problematiche sono state toccate sul finire dell’incontro, in particolare Botta ha parlato dell’urgenza di una revisione delle fasce di rispetto cimiteriali che di fatto rischiano di paralizzare lo sviluppo urbanistico dei centri abitati.
Il sindaco Basso, ha concluso la riunione sottolineandone ancora il valore come occasione di confronto fra enti che devono collaborare per il bene comune. Le esigenze del territorio, portate a conoscenza diretta di chi guida la politica regionale permetteranno a quest’ultima di essere più attenta ai reali bisogni dei cittadini. Ciascuno «ci ha messo la faccia» in un dialogo proficuo che tutti sperano possa tradursi in importanti opportunità per il territorio.

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