Attualità
In memoria di Vincenzo Vermiglio
SERRAVALLE – Vincenzo Vermiglio è nato a Serravalle il 12 ottobre 1928, l’anniversario della scoperta dell’America come ci ricordava sempre lui. Nella sua lunga vita ha attraversato un secolo ed è stato testimone di molti avvenimenti storici.
In memoria di Vincenzo Vermiglio
E’ cresciuto a stretto contatto con la natura, specialmente sulle rive del suo amatissimo fiume che, un tempo, era rigoglioso e pieno di vita proprio come lui e gli permetteva di pescare la cena per tutta la sua famiglia. Durante il ventennio fascista ha dovuto, suo malgrado, partecipare alle adunate del sabato come balilla. Una bella fotografia lo ritrae giovanissimo e sorridente il 25 Aprile del 1945 in compagnia dei partigiani che aveva aiutato durante la resistenza, la guerra era finita e tutto era più vivido che mai. Ha frequentato la scuola di avviamento personale a Borgosesia ed era già molto appassionato di meccanica.
Nel 1951 ha svolto l’obbligo militare nell’aeronautica di Pratica di Mare ed è diventato radarista. E’ stata un’esperienza bellissima nella dolce vita romana degli anni 50 che ricordava sempre con gioia. Ha poi lavorato per molti anni in manifattura a Borgosesia come assistente e li ha conosciuto la nostra mamma. Il suo sogno era però aprire un’officina e ci è riuscito; alla fine degli anni 60 ha costruito un capannone di lamiera nel cortile di casa dove produceva manufatti in ferro battuto, arte appresa dal nonno, e mobili da giardino.
Nel 1971 ha costruito l’officina a Naula e il suo lavoro è stato la passione della sua vita, ha sempre saputo rinnovarsi e trovare una nuova via per esprimere la sua creatività ingegneristica, dalle serre componibili ai cavalletti per tagliare la legna, tanto da meritare il soprannome di Archimede. Non sfruttava le sue capacità solo nell’ambito lavorativo, ricordiamo con piacere quando, insieme all’amico Roberto Viaro, ha costruito una macchina a pedali con la quale hanno partecipato ad una corsa in paese e a una sfilata del carnevale di Borgosesia.
Il nostro papà andava spesso al mitico Bar Azzurro dove giocava a bigliardo e poi al Bar OK, negli anni in cui lo gestiva il signor Carlo. Gli amici avevano scritto sulla scatola delle carte da gioco «Abbasso il Vermiglio» perché vinceva sempre a Scala 40.
Amava molto il mare e soprattutto andare a Laigueglia tutti insieme; ricordiamo quando percorrevamo l’autostrada del Sole appena costruita. Un’altra delle sue passioni era la cucina e, armato del suo immancabile Cucchiaio d’Argento, preparava sempre variegati manicaretti per tutti i suoi cari perché apprezzava molto quando stavamo tutti insieme.
Nonostante i problemi di salute che negli ultimi tempi lo affliggevano, è stato sempre lucido; il suo sguardo e il suo sorriso erano ancora quelli dello splendido ragazzo degli anni ‘50 che noi, in lui, abbiamo sempre visto.
Con amore le tue figlie
Anna e Laura Vermiglio
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