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Manlio, in cima… all’Everest del Sempione

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Si chiama «Everesting» e si legge 8.848 metri di dislivello positivo… si tratta di un brevetto internazionale che viene rilasciato ai ciclisti capaci di raggiungere (e superare) tale quota – pari all’altezza della più elevata montagna della terra, l’Everest, appunto – percorrendo più volte consecutive una salita di loro scelta. L’Everesting è la nuova impresa in cui si è cimentato da protagonista Manlio Pasqualin, che ha centrato l’obiettivo sulla salita del Sempione.
«L’Everesting era un appuntamento imperdibile» ha detto Manlio «e ho deciso di viverlo sulla mia strada regina, il Passo del Sempione. In mezzo c’erano ancora, forse, i postumi della NorthCape4000, ma avevo voglia di chiudere un grande agosto. Così sabato 31 alle 2,43 ho iniziato le salite, otto volte su e giù, giri di boa in territorio italiano sino alla sommità del passo».
La faccenda era complicata: «Non è stato facile» osserva il campione «tenere la mente a posto è un esercizio incredibile, il fisico è allenato ma fa ciò che la mente gli impone… e questa mente riesce sempre a stupirmi. Adesso aspetto l’ufficializzazione della prova per conseguire questo brevetto internazionale ma il mio Everesting è durato 17 ore e 20 minuti, per un ragazzo di 53 anni non dovrebbe essere niente male…».
Ad accompagnare Manlio (e a faticare con lui) c’era un gruppo di amici: Alberto Regis, Matteo Zacchi, Matteo Avignano, Matteo Rotti Pirotti, Flavio Tonazzo, Fausto Avignano, Giulia e Giacomo, Alberto Aina e Dario Valsesia di Bikeadventures (un prezioso supporto tecnico); l’Hotel Restaurant Monte Leone di un altro amico, Pietro Zaino, fungeva da fondamentale base logistica… e tutto è andato alla grande. Il formidabile ciclista snocciola qualche dato per gli amanti delle statistiche: «Gli 8.848 metri sono stati raggiunti in 16 ore e 58 minuti di giro ininterrotto, poi la conclusione dell’ottava salita con la discesa dell’intero Passo del Sempione, per un totale di 17 ore e 20 minuti, 9.078 metri di ascesa positiva e 278 km percorsi».
Che dire, di fronte a ciò?
Solo una cosa: «Bravissimo Manlio!».

E tu cosa ne pensi?

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