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Al museo Piolo inaugurazione della sezione dedicata al Carnevale serravallese

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SERRAVALLE – Sabato 21 gennaio, nello storico castello degli Avondo, dove ha sede il Museo “Don Florindo Piolo”, di proprietà del Comune e gestito attraverso l’appassionata opera di esperti e di volontari, è stata presentata ed inaugurata una sezione dedicata al Carnevale di Serravalle, un piccolo Carnevale con una grande storia, raccontata da Rossano Biglia e Gustavo Ferrara nel volume: La seconda mugiuneide. Storia documentata della Nobile Stirpe dei Mugiun, Re dei Carnevali Serravallesi, pubblicato dal Comitato Carnevale di Serravalle nel 2012.

L’inaugurazione, alla presenza del Presidente della Provincia di Vercelli, Davide Gilardino, e del Parroco di Serravalle, Don Ambrogio Asei Dantoni, è avvenuta in concomitanza con la simbolica consegna delle chiavi del paese al Mugiun, Paolo Sassi, organizzata dal Presidente del Comitato Carnevale, Davide Bovolenta, in accordo con il Sindaco, Massimo Basso. Alla cerimonia hanno partecipato molte persone e le principali maschere dei paesi vicini e lontani, da Marcantonio e Cecca di Varallo, a Peru e Gin di Borgosesia, alle maschere di Crescentino, di Grignasco, di Bornate, di Piane, con il giovanissimo Badich, un ragazzo di soli quindici anni.

Grazie ad una paziente opera di recupero e di valorizzazione della memoria storica, e alla generosità dei serravallesi che dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, furono protagonisti del risorgere “alla grande” del Carnevale, è stato possibile recuperare i costumi autentici del Mugiun, impersonato per molti anni dall’indimenticabile Ferruccio Mazzone e della Mugiun-a, Antonietta Piolo, del seguito d’onore: frac confezionati con i feltri smessi della Cartiera, che servivano ad assorbire l’acqua della carta che usciva della “continua”, dei quali uno, intatto, è stato donato da Piero Landoni. Non potevano mancare le caratteristiche divise della “Brusca Matataras”, la bandina carnevalesca che allietava sfilate e veglioni, spesso richiesta anche per trasferte nei vari paesi della Valle e della provincia. Il curioso nome derivava dal fatto che per cucire le uniformi dei musicisti era stato utilizzato un tessuto a basso costo: la tela a righe delle fodere dei materassi. Abiti e strumenti ricreano un mondo di festa e di allegria, che nel 1998, in occasione del centenario del Carnevale serravallese, era stato riproposto con la presenza di ben cinque Mugiun vestiti con i loro abiti.

Il Presidente del Comitato Carnevale, Davide Bovolenta, ha sottolineato la disponibilità del Comune e del Curatore del Museo, Andrea Musano, nell’accogliere questo materiale storico, che lega il passato al presente ed è un incentivo per trasmettere questa ultracentenaria tradizione al futuro. Il Sindaco, Massimo Basso, ringraziando il Comitato Carnevale, gli organizzatori, ha ricordato la profonda valenza simbolica del luogo della manifestazione, in cui si vedono i tre simboli di Serravalle: la ciminiera della vecchia Cartiera, il campanile della chiesa parrocchiale e il castello, prima dei Conti Salomone, fondatori della prima “folla”, poi degli Avondo, proprietari dell’”Industria Papyrica”.

 

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