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Ciao, indimenticabile Drago, ci mancherai…

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BOCCIOLETO – Ha lottato davvero come un Drago fino all’ultimo. Ci ha creduto fino all’ultimo. Se ne è andato, lasciandoci tutti con un magone tremendo e con gli occhi pieni di lacrime, a soli (perché davvero sono pochi) 66 anni, il maestro Pierangelo Carrara.
Per quanto ha potuto, ha dato del filo da torcere a quel male subdolo che quando si manifesta in modo chiaro è già un duro nemico da contrastare.

Pierangelo l’avevo visto ancora qualche mese fa, era passato in redazione, e sentito al telefono anche un po’ dopo: come sempre capitava, nonostante la fatica e le difficoltà legate a un decorso post operatorio non indifferente, avevamo chiacchierato di un sacco di cose. Questo era il Drago: sempre mille argomenti di cui parlare, piacevolissime e interminabili conversazioni, confronti stimolanti, e in mezzo qualche battuta tipica sua: quanto ridere quando raccontava, e poi rideva anche lui, davvero un po’ istrionico.

Pierangelo Carrara era sempre sugli scudi.  Insegnante in primis, a me ancora oggi, nel tempo di una scuola ormai da parecchio totalmente cambiata rispetto a quando Pierangelo aveva cominciato a insegnare, rievoca la figura del maestro «unico»: quello delle tabelline declinate tremila volte finché non sono entrate in testa, delle poesie a memoria per allenare la mente, del dettato e del tema che sotto il titolo c’aveva scritto «svolgimento», dell’intervallo reso ancora più felice da una corsa nei prati in primavera e una passeggiata nella neve d’inverno e supportato dal panino con la marmellata preparato dalla mamma e infilato in cartella, ecco, per me, ma non solo, il maestro Pierangelo era questo, importante figura di riferimento per tutti i bambini che hanno avuto la fortuna di essere suoi alunni.

Ma Pierangelo Carrara è stato anche altro: Alpino fedelissimo al Tricolore (è stato vice presidente della Valsesiana), amministratore che senza risparmiarsi si sbatteva ogni giorno per il bene della sua Boccioleto e della sua Valle, attivo nell’ambito del sindacato, animato da uno spirito di servizio non comune. Amava la musica, suonava nella Filarmonica del suo paese; giocatore di bocce, anche, che con i suoi soci aveva vinto un sacco di coppe, medaglie, trofei (era un bocciatore: prendeva la mira, mentre intorno tutti facevano silenzio per consentirgli la giusta concentrazione, poi c’era la rincorsa, il lancio, e al Drago è riuscito di fare, in tanti anni di militanza, anche qualche spettacolare «fermo»).

Insomma, era proprio così, come tutti noi lo abbiamo conosciuto, come oggi, addolorati e profondamente tristi, ce lo ricordiamo.
Martedì mattina, nella sua Boccioleto, sono stati celebrati i funerali.
Ognuno di noi l’ha salutato con immenso affetto. Quello stesso affetto con cui lo porteremo per tempo immemorabile nel cuore.

Luisa Lana

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