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Contro la Centrale di Rassa firme da tutto il mondo

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Il torrente Sorba di Rassa si trova in una zona a protezione speciale e all’interno dell’area idrografica a elevata protezione della Sesia. Ciononostante, lo stesso Comune di Rassa da tempo sta portando avanti un progetto riguardante un impianto per lo sfruttamento idroelettrico delle acque di questo piccolo corso che risulta essere uno dei pochissimi torrenti alpini ancora in condizioni di elevata naturalità.

Lungo il Sorba, come in tutto il bacino dell’alto Sesia, la normativa del PTA della Regione Piemonte vieta da tempo ogni nuova captazione per uso energetico, ma l’impianto idroelettrico proposto dal Comune di Rassa aveva ottenuto a suo tempo una deroga a tale divieto perché progettato sufficientemente grande da poter generare un utile annuo tale da consentire la realizzazione di un elenco di opere ritenute «strategiche» per la zona.

In fase di VIA la taglia dell’impianto è stata poi ridotta a meno della metà, per poter soddisfare almeno i requisiti ambientali indispensabili. Ora, l’impianto, nella configurazione ridotta dalla VIA, risulta caratterizzato da una producibilità annuale di energia di soli 1.650 Mega Wattora rispetto ai 3.600 Mega Wattora previsti dal progetto originale. Esso, in questa nuova configurazione, non è quindi assolutamente più in grado di generare l’utile annuo sufficiente alla realizzazione delle opere strategiche per la zona. Di conseguenza: addio ai contributi ai Comuni confinanti, alla riduzione di bollette e di tasse ai residenti, alla manutenzione delle piste eccetera, promessi inizialmente. Peggio, la centrale condurrà probabilmente a una perdita annua ricorrente per anni.
Ma questo riguarda – o dovrebbe riguardare – solo i residenti. Molto più preoccupante è l’impatto sull’ambiente, è la consapevolezza sempre più grande nella popolazione che questo tipo di centrale ha ben poco di «verde» e che il suo contributo alla produzione di nuova energia – bassissimo, nel caso di Rassa – produce molto più danni che benefici. Impatto valutato e sanzionato l’anno scorso da Legambiente con il rilascio della sua «Bandiera Nera» al Comune di Rassa.

In questo senso, già questa primavera una colletta di fondi tramite internet ha permesso di raccogliere tra i soli pescatori, canoisti e amanti del Sorba oltre 5.550€ (oltre donazioni dirette per circa 1.000€) utilizzati per tentare un ultimo ricorso davanti al Tribunale delle Acque di Roma per denunciare le lacune economiche e finanziarie del progetto. Ricorso accolto il 23 settembre scorso, e delibera attesa il 16 dicembre.

Per chiedere alla Provincia di Vercelli e alla Regione Piemonte di ritirare il loro appoggio a questo progetto, una petizione è stata lanciata su internet  e in pochi giorni ha già raccolto oltre 2.300 firme. Da tutta l’Italia, da Francia, Spagna, Regno Unito, Belgio, Olanda, Germania, Norvegia, Stati Uniti, Russia… (47 i Paesi coinvolti in tutto) stanno arrivando firme e commenti contro questa centralina.

Invitiamo tutti a dire «no» a tale opera inutile e distruttiva, firmando la petizione per la difesa del nostro unico e bellissimo patrimonio di fiumi e torrenti valsesiani.

COMITATO
PER LA DIFESA DEL SESIA
E DEI SUOI AFFLUENTI

E tu cosa ne pensi?

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