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Dal «Valsesiano al fronte» al Centenario passando attraverso la Grande Guerra

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Un lavoro curato e appassionante (e appassionato), quello che ha tenuto impegnato, in questi ultimi anni, l’Alpino Aldo Lanfranchini, «prolifico» ricercatore storico.
Sua, come ci è già capitato di scrivere, l’idea, poi concretizzata in collaborazione con l’alagnese Emilio Stainer, di approfondire, attraverso le pagine del nostro giornale, storia, fatti, episodi che videro protagonisti i valsesiani durante il primo conflitto mondiale,
Le lunghe ore trascorse a leggersi le cronache di quegli anni, il confrontare le notizie, verificare nomi, conoscere e ri-conoscere personaggi avevano portato all’assemblaggio di tutte quelle pagine che il Corriere Valsesiano ha pubblicato quasi settimanalmente dal 2014 al novembre del 2018. Ora, questa «carrellata» di pagine è racchiusa in un libro: appunto, il «Valsesiano al fronte».
«E’ stata una bella sfida» ricorda Lanfranchini. «Un lavoro di ricerca che in corso d’opera mi ha sempre più entusiasmato: leggendone le vicende, ho conosciuto persone, famiglie, situazioni, vite. Mi ero chiaramente fissato un punto d’arrivo, proprio quello di riuscire a mettere insieme la storia del periodo bellico vista dalla parte dei valligiani. Mi sono poi però accorto, continuando a cercare, che sarebbe diventato un punto di partenza: per nuovi studi, nuovi approfondimenti».
Così, sulla base del materiale via via raccolto, Lanfranchini contribuisce a diversi eventi promossi e organizzati per celebrare il Centenario del primo conflitto mondiale: è tra i relatori al convegno «E la montagna non fu più la stessa» voluto dal Cai Varallo e svoltosi nel novembre 2015 al Centro Congressi di Palazzo d’Adda, dove propone «Partirono in 7.000 dicendo ciau pais», che presenta ancora, nell’aprile del 2016, all’incontro ospitato dalla sede sezionale ANA di Roccapietra sul tema «La Grande Guerra. Fatti e conseguenze in Valsesia». E poi arriva la pubblicazione del libro «Ricordiamoli così… », i Caduti valsesiani in quella tragedia epocale. E, più di recente, collabora all’ideazione e alla realizzazione della mostra sulla Grande Guerra allestita dal Comune di Varallo a Palazzo d’Adda e che tra ottobre 2018 e gennaio 2019 ha fatto registrare un record di visite.
«E adesso ho in mente due nuovi progetti» aggiunge Lanfranchini. «Amo la storia, mi appassiona il pensiero di poterne sapere ancora di più, di potermi avvicinare ad altre vite e ad altri uomini e donne di allora. Mi sto dedicando a ripercorrere le vicende dello Uork Amba, l’unico battaglione alpino che combatté nell’Africa orientale. E poi, insieme a Marzia Fuselli, mi sto occupando di Joccu Chiara di Alagna, che in tanti sicuramente ricordano e le cui imprese mi piacerebbe riscoprire e narrare».
«“Il Valsesiano al Fronte”» conclude «è ancora disponibile nelle edicole della Valsesia e della Valsessera. La prefazione è di Enzo Barbano, lo storico per eccellenza, che aveva fin da subito accolto con favore questa produzione. Un libro che vuole anche affettuosamente rievocare la valsesianità di chi, lontano da casa, lottava per la patria pensando alla sua valle».

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