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Di corsa verso il raduno Nazionale Cuneo 2022

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Roberto Manzetti, Presidente Associazione Nazionale Bersaglieri, Sezione Valsesia, intitolata al Bersagliere Carlo Comoli, e al Maggiore Gaetano Del Grosso, ha partecipato al convegno, organizzato a Cuneo, nella prestigiosa Sala San Giovanni, all’interno dello storico Palazzo Comunale: “Il diritto internazionale dei conflitti armati e riflessioni sulla I guerra mondiale nel centenario del Milite Ignoto”, che faceva parte delle manifestazioni progettate per preparare il Raduno Nazionale, che si svolgerà a Cuneo dal 16 al 22 maggio 2022.
Moderatore del convegno è stato: il Generale B. ARQ Antonio Pennino.

Il Professor Edoardo Greppi, Docente di Diritto Internazionale all’Università degli Studi di Torino, Presidente dell’International Institute of Humanitarian Law, ha parlato del “Diritto dell’Aia”, ufficializzato nelle due Convenzioni del 1899 e del 1907, tuttora in vigore e la cui prima applicazione si ebbe durante la Prima Guerra Mondiale. E’ stato sottolineato il ruolo dello svizzero Henry Dunant, che, sui campi di Solferino e San Martino, impressionato dal massacro avvenuto, fece nascere la Croce Rossa. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, furono sottoscritte nuove convenzioni: “Nella Grande Guerra il 90% dei morti vestiva un’uniforme, mentre nella Seconda Guerra Mondiale metà dei morti erano civili, e nelle recenti Guerre Balcaniche si registrò il 92% delle vittime tra i civili. Nel 1977 furono aggiunti due protocolli, che si applicano nei conflitti, ma anche alle operazioni internazionali di pace”. Il Professor Greppi ha concluso il suo articolato intervento citando una frase del Generale Angioni: “Proteggiamo le popolazioni, e se lo facciamo bene, la popolazione protegge anche noi”.

Il Generale C.A. Giuseppenicola Tota, Comandante del Comando Forze Operative Sud, che ha operato in Kossovo, Macedonia, Libano, Iraq, dove ha chiuso l’operazione Antica Babilonia, è stato definito “Generale eclettico”, perché si occupa con grande entusiasmo ed intelligenza di più discipline, e soprattutto cerca di rileggere la storia, partendo dalle fonti, per far emergere la verità dei fatti, senza lasciare spazio ad interpretazioni. Tota, all’inizio del suo intervento, ha parlato della necessità di attualizzazione del Milite Ignoto, che oggi potrebbe identificarsi con ogni cittadino, che compie il proprio dovere in silenzio, in modo responsabile e non si aspetta nessun riconoscimento, come è stato per i tanti anonimi sindaci e operatori, che hanno coadiuvato l’operato di medici e sanitari, durante la pandemia.
Secondo Tota, Caporetto non fu una disfatta, ma l’esercito si comportò nel modo migliore: il confine italo-austriaco lungo la Valle dell’Adige era un punto debole, i tempi di mobilitazione del nostro esercito erano lunghi ed i rapporti di forza erano favorevoli agli austriaci, dotati di armamenti più moderni e maneggevoli. Si perse alla prima operazione difensiva cui seguì la ritirata: “Si cedette terreno per riconquistare libertà di manovra”, ma si vinse nella difesa “sulla Piave”: Tota ha ricordato che il fiume Piave era femminile: “Fu D’annunzio che decretò che un fiume così eroico non poteva avere il nome di una donna e lo tramutò di genere”.

Gli avversari riconobbero la straordinaria resistenza italiana: “Il più importante risultato di Austriaci e Tedeschi fu quello di aver ottenuto la rimozione di Cadorna: io lo apprezzo moltissimo e lo considero il più grande Capo di Stato Maggiore dell’esercito”, ha affermato il Generale: “Per troppo tempo fonte sulla prima Guerra Mondiale fu il libro di Emilio Lussu, un anno sull’Altipiano scritto nel 1937, dopo che l’autore aveva combattuto contro gli italiani in Spagna, tanto deprecato fu “Attacco frontale e ammassamento tecnico” scritto da Cadorna nel 1915, si è travisato il titolo, perché il contenuto è invece molto moderno”.

La prima Guerra Mondiale fu una guerra che travalicò il paese nella modernità, e fece emergere il ruolo delle donne.
“Ricostruire la storia dei nostri nonni è importante, ci sono ancora testimonianze dirette di ciò che accadde al fronte e poi a casa, si creò un sentimento forte di appartenenza, si costruì l’identità nazionale”: il generale ha anche mostrato un pezzo del film di Don Camillo e Peppone, quando al comizio del sindaco comunista il prete mette il disco con la Canzone del Piave e il registro cambia, tutti cantano insieme.
Il generale ha chiuso il suo brillante intervento spiegando l’origine di due modi di dire assai diffusi: “Palle girate: deriva da quei militari incavolati che inserivano proiettili ribaltati dentro le cartucce, determinando così una traiettoria instabile, mentre rompere le scatole, viene dall’ordine impartito prima dell’attacco di rompere le scatole di cartone in cui erano inserite le munizioni”.

Il Presidente Nazionale Bersaglieri, Generale B. (r.) Ottavio Renzi, nelle conclusioni ha ribadito il compito della memoria da amare, conservare, preservare e trasmettere e ha apprezzato l’evoluzione moderna del Milite Ignoto, proposta dal Generale Tota, tale che davvero oggi ci si possa ancora identificare: “Noi Bersaglieri porteremo a Cuneo quel senso di rinascita nato nel raduno nazionale di Roma, fatto per tigna, per tenacia, per non darla vinta al maledetto COVID”.

Nel corso dell’evento si è esibita la Fanfara Bersaglieri “Roberto Lavezzeri” di Asti, che ha suscitato molti apprezzamenti.

Al termine la Stecca del Raduno Nazionale Cuneo 2022 è stata ufficialmente consegnata a Patrizia Manassero, Vice Sindaco di Cuneo e Guido Galavotti, Presidente Regionale dell’Associazione Bersaglieri e Presidente del Comitato Organizzatore del Raduno Bersaglieri Cuneo 2022, lo ha definito: “Una grande festa di popolo: sono già state alloggiate ventuno fanfare, ma in Italia sono attive settanta, se verranno tutte riusciremo ad accoglierle” e ha ringraziato l’Amministrazione di Cuneo che sta collaborando attivamente. E’ stato poi presentato il bozzetto del Monumento ai Bersaglieri, disegnato da Piero Riva e che sarà eseguito dall’Architetto Paolo Montagnino.

Piera Mazzone

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