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Guardabosone, seconda edizione di Artisti Pionieri: inaugurazione sabato 23 luglio

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GUARDABOSONE – Guardabosone, Artisti Pionieri, Seconda Edizione, inaugurazione sabato 23 luglio: si riannoda il filo d’arte che l’anno scorso aveva unito sette artisti nel progetto di arricchire ulteriormente il patrimonio artistico del paese.

Nicole Bosco, Sindaco di Guardabosone, aveva così sintetizzato quel sogno collettivo: “L’idea di iniziare un percorso artistico all’aperto è nata da una doppia e felice coincidenza: la donazione spontanea di un grande e pregevole dipinto da parte dell’artista varallese Jacopo De Dominici e la donazione, del tutto eccezionale, di un complesso scultoreo in pietra da parte di Ireneo Passera e famiglia. La strada per migliorare la qualità della vita di tutti era stata tracciata e magnetizzata. Altri Amici “affini e prossimi”, venuti a conoscenza dell’iniziativa, si sono uniti altrettanta partecipata generosità. Lo staff dei primi “pionieri” si è completato con: Fabio Nicola, Dino Damiani, Filippo Armenise e Piero Motta. Dulcis in fundo, a creare armonia nel gruppo, nei vari significati che il termine può offrire, il gradito arrivo del maestro violinista Enrico Groppo”.

Il progetto prosegue quest’anno con nuove collaborazioni per arricchire questa galleria “en plein air”, in cui ciascun artista adotta uno spazio che lo emoziona.
Si porta un’arte discreta, da scoprire, mimetizzata ed integrata con lo sfondo e con il contesto. Quest’arte che parla solo a chi vuole sentire e si fa vedere da chi sa guardare, che non disturba nessuno, è un modo intelligente di salvare la bellezza, partendo dalle piccole cose che gravitano intorno a noi.

L’armonia tra natura e spazio antropizzato si respira inerpicandosi per gli ampi tornanti tra i boschi ed i campi coltivati. Da quest’anno Leonardo De Rienzo, ex chef de La Barrique, oggi pensionato attivo, ha deciso di trasformare in un “Leo-Parco” i tornanti della strada che sale dalla Cartiera di Pontestrona a Guardabosone: prati falciati, fiori, lavande, tutto sta sbocciando con naturalezza, frutto di impegno, grande determinazione e…amore per la natura e per il Paese.

Presentiamo ora la prima “Artista Pioniera” di questa Seconda Edizione: Elena Radovix, un’artista torinese, che vive a Pecetto, da adulta ha frequentato la prestigiosa Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, laureandosi in scultura, cercando poi la sua strada nell’arte, sperimentando materiali e tecniche compositive diversi, trovando, in ognuna di queste esperienze, nuovi motivi di entusiasmo.

Il contatto con il paese è avvenuto attraverso Beppe, un amico torinese che ha scelto Guardabosone per viverci. L’artista è stata gradita ospite del salotto di Cesare Locca, un luogo tranquillo e sereno, dove tutto inizia intorno ad un tavolo conviviale: “In questo luogo mi hanno colpita l’energia vitale che si respira, il legno e le pietre: fui affascinata da una porta di legno centenaria, in cui il tempo aveva inciso solchi e lasciato crepe, senza annullarne la funzione di protezione dell’intimità degli abitanti, proprio come la vita, che lascia i suoi segni sull’epidermide. In questo periodo mi ha colpita il ruolo delle donne in ogni guerra: ferite, umiliate, e ho pensato di capovolgerlo, interpretandole come tessitrici di pace, che non è da intendersi come la semplice assenza di guerra, ma come qualcosa di vivo e partecipato. Per me l’arte ha una funzione sociale e quindi questa figura femminile che mi accingo a realizzare è un simbolo ed un omaggio alle donne di questi luoghi, in particolare a coloro che si sono trovate a dover ricostruire il paese e le coscienze dopo la seconda guerra mondiale, affrontando con coerenza le sfide del futuro. Poiché nel Biellese la tessitura ebbe un ruolo importante nello sviluppo del territorio, tanto che la stoffa biellese divenne un brand conosciuto nel mondo, la mia donna indossa l’abito della quotidianità, comodo, fatto per durare nel tempo, funzionale e si protegge il capo con il tradizionale fasulèt. Il materiale che ho scelto per la mia opera è l’acciaio corten, che può restare all’esterno, prendendo la patina del tempo”.

 

Piera Mazzone

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