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Il direttore del MAO ospite a Gattinara

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GATTINARA – Il Museo d’Arte Orientale, MAO, è un museo di Torino, inaugurato nel 2008. Ubicato in pieno centro, ha sede nello storico Palazzo Mazzonis ed ospita una delle raccolte artistiche asiatiche più interessanti d’Italia.

Il direttore del MAO, Davide Quadrio

E’ stato ospite del Rotary Club Gattinara il

sinologo, che ha lavorato in Cina nel settore artistico e culturale per oltre due decenni, curando, producendo e sostenendo lo sviluppo dell’arte contemporanea attraverso un’intensa attività imprenditoriale ed organizzativa nel campo della produzione culturale. L’esperienza di Quadrio è sostenuta da una profonda conoscenza dei meccanismi economici e di networking internazionale che supportano la produzione e la comunicazione artistica. Nel 1998 ha fondato BizArt Art Center, il primo laboratorio no-profit di Shanghai, che ha diretto per oltre un decennio. Nel 2007 ha creato Arthub, una piattaforma curatoriale dedicata alla produzione e alla promozione dell’arte contemporanea in Asia e nel mondo. In oltre vent’anni ha prodotto ed organizzato centinaia di mostre, attività didattiche, concerti, rassegne cinematografiche, biennali, lavori editoriali, workshop e scambi in Asia e all’estero, sviluppando relazioni con istituzioni locali ed internazionali.

Il MAO aderisce al progetto Hangar

L’incontro con Quadrio è in continuità con il tema presidenziale 2023-24, scelto da Gordon McInally, Presidente del Rotary International: “Creiamo speranza nel mondo”, infatti il MAO aderisce al progetto Hangar, voluto dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte e realizzato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, nato nel 2014 a supporto dello sviluppo del comparto culturale. Hangar nel 2022 è diventato agenzia per le trasformazioni culturali della regione Piemonte, è connettore e mediatore, intercetta energie e bisogni, collocandosi sulla soglia tra i settori, i saperi, gli approcci, le pratiche e teorie, tra corpo e mente, fra il mondo delle arti, dell’economia e del sociale. Quadrio ha dimostrato come la cultura possa essere un’efficace leva di cambiamento, traducendo in realtà operative importanti questi concetti.
Le collezioni orientali in Regione presenti al Museo Civico d’Arte Antica di Torino, in collezioni private e pubbliche, e in molti musei civici, si sono create grazie ai reperti portati da viaggiatori, o acquistati in seguito all’interesse riscosso dall’Oriente, ma furono soprattutto i Savoia che, attraverso generali e ambasciatori, arricchirono la città con reperti molto importanti: “Anche nella Casa Don Bosco e alla Consolata sono presenti collezioni etnografiche”, ha ricordato Quadrio.

La nascita del Mao

In Biblioteca a Varallo, nel Fondo intitolato alla famiglia del Dottor Mario Remogna, socio del Rotary Club Valsesia, sono conservati una piastrella cinese ascrivibile alla seconda metà dell’Ottocento/primi Novecento che rappresenta: la gru, simbolo di longevità, il “Daikoku-Sama”, un personaggio che porta ricchezza e prosperità, e un vassoio giapponese in legno “Kiri” leggerissimo, che non viene attaccato dalle tarme. Nel Fondo “Giorgio Crevaroli” è conservato un album di provinature di lastre di proprietà di Giorgio Crevaroli con immagini della Thailandia e di Bangkok della prima metà del Novecento.
Nel corso dei primi anni Duemila con il contributo della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo, della CRT e della Fondazione Agnelli, e il concreto sostegno garantito dal Comune di Torino, che ha messo a disposizione del nascente polo museale il pregevole Palazzo Mazzonis, per valorizzare e far conoscere ed apprezzare queste raccolte, è nato il MAO, diretto fino al 2013 da Franco Ricca. L’allestimento interno, curato dall’architetto Andrea Bruno prevedeva l’esposizione a rotazione di circa millecinquecento opere, alcune di notevole rilevanza, disposte in cinque sezioni. Pur essendo un edificio antico sono state trovate soluzioni piacevoli e scientificamente coerenti per offrire ai visitatori la massima fruibilità. L’atrio d’ingresso, in cui è stato realizzato un ampio spazio vetrato, ospita i giardini zen giapponesi, con sabbia e muschio. Attraverso uno scalone monumentale si accede alle gallerie, divise in cinque aree, caratterizzate da scelte cromatiche e stilistiche differenti, con ampio uso di legno, acciaio, vetro e una grafica museale evocativa dei luoghi di provenienza.

Davide Quadrio, direttore del Museo da due anni, ha rivoluzionato proprio tutto, creando un grande indotto intorno a questa istituzione culturale, tanto che oggi il Museo è diventato un modello di sviluppo museale in Italia, recentemente presentato a tutti i direttori di musei civici dell’Emilia Romagna. Il lavoro per ridare senso e un’anima al Museo è iniziato da riflessioni sulle collezioni permanenti, interrogandosi su cosa volesse trasmettere chi le aveva organizzate: “Cosa ci dicono dell’Asia, ma soprattutto cosa ci dicono di noi, tenendo sempre conto che si sono create da sguardi nostri verso l’altro: ci si accorge presto che le frontiere, la lontananza sono più mentali che effettive, che l’altro non è mai molto distante”.

Una porta verso l’Oriente

L’impronta manageriale del Direttore, maturata durante l’esperienza in Cina, dove non esistevano sovvenzioni pubbliche per i musei, lo ha portato ad avvicinare aziende e realtà economiche: “Il MAO diventa una porta verso l’Oriente, canale di scambio nell’ambito di rapporti economici e politici. Attraverso il rapporto con una città della Corea stiamo lavorando per aprire la prima sezione di arte coreana in Italia”. Questo museo dinamico, in costante movimento, lavora con la contemporaneità: “Tutto diventa contemporaneo, da oggetti del 1200 a ceramiche bianche e blu prodotte per il mercato occidentale” ricrea ambientazioni sensoriali multiple, che utilizzano i cinque sensi, commissiona lavori musicali e sonori. Per i restauri: “Si importano conoscenze dai paesi di origine dei reperti, delle quali si avvalgono i restauratori di Venaria per intervenire in maniera adeguata”.
Attraverso le mostre, le esposizioni temporanee e le installazioni di artisti contemporanei, si propongono “narrazioni parallele”: la storia letta da tanti punti di vista diversi. Questo modo diverso di fare mostre si traduce in dati significativi: “Il 60% del pubblico ha meno di sessant’anni, nel 2023 abbiamo registrato centomila ingressi e siamo stati eletti a museo italiano più dinamico. Abbiamo realizzato cinquantasette eventi e quattro mostre, proposto corsi di storia materiale, ospitato concerti e cantanti attraverso un progetto attivato con il Conservatorio di Torino. Quaranta risorse umane gestiscono quattromila metri quadrati di spazio espositivo, in cui trovano posto tremila oggetti, riuscendo ad essere un museo accessibile su più livelli: linguistico, cognitivo e fisico. Sfruttando la grande terrazza aperta, con una superficie di 250 metri quadrati, è stato creato il Museo del bonsai”.

L’invito del direttore

“Se venite vi organizzo una degustazione del thè sulla terrazza”: ha proposto il Direttore. Questo entusiasmo contagioso e la capacità di esporre empatizzando con il pubblico, ha indotto il Presidente del Rotary Club Gattinara, Tiziano Mestriner ad ipotizzare in primavera una gita al MAO: come non accettare una proposta così allettante?

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