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Il sindaco Anna Baingiu: «Noi di Fobello? Considerati cittadini di serie C!»

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Mai prima come in questo periodo di emergenza, e quindi di lavoro e studio da casa, si è manifestata l’esigenza di poter contare, appunto lavoratori e studenti, su una copertura internet funzionante, scorrevole, agevole.
Qui in Valsesia, in diverse zone, soprattutto di montagna (e io posso portare la mia personale esperienza: dove vivo, posto meraviglioso e pure del tutto civilizzato, incontriamo difficoltà anche solo a parlare al telefono per qualche minuto senza interruzioni; per quanto riguarda la rete, si cerca di arrangiarsi con quel che offre il mercato, ma sempre con scarsi e faticosi risultati), le ultime settimane hanno palesato evidenti problemi: connessioni pellegrine, segnali intermittenti e super deboli, ricezioni avventurose.
Anche a Fobello, dove il sindaco Anna Baingiu fa il punto della (disastrosa) situazione: «Qui da noi sussistono gravi disagi per internet: una parte del paese riesce, tramite Eolo, a navigare in rete; l’altra parte deve invece accontentarsi di un segnale scarso. Nonostante anche il mio predecessore si sia dato da fare, il 3 G non è mai arrivato, figuriamoci il 4 G. Subito all’indomani del mio insediamento, ho cercato di capire il motivo di tante lungaggini e complicazioni. I vari gestori non hanno mostrato interessamento: il paese è piccolo, in pratica non conviene».
Intanto piombiamo nell’emergenza Covid, nella clausura, con la conseguente necessità di avere a disposizione collegamenti internet che consentano di lavorare e studiare rimanendo a casa.
«Certo» prosegue il sindaco Baingiu. «Anche a Fobello c’è l’esigenza di praticare lo smart working e, per i bambini, di avviare la didattica a distanza e seguire le lezioni. La fragilità del segnale ha creato notevoli difficoltà. Per non parlare di quegli alunni che abitano nelle frazioni, non raggiunte dal segnale. Come Comune, allora, grazie a una segnalazione ricevuta abbiamo messo a disposizione dei nostri concittadini più giovani la sala consiliare, una postazione pc, la fotocopiatrice e la linea, ovviamente con l’osservanza e il rispetto delle norme di distanziamento sociale e con il supporto degli impiegati».
Prosegue il sindaco: «Tramite il presidente di Uncem Piemonte, siamo tornati a esporre le nostre difficoltà e quindi le nostre richieste a compagnie e gestori: qualche vaga promessa di potenziamento è quanto abbiamo ottenuto, ma nulla di più, nulla di concreto. Noi siamo in pochi, 192 persone, ma in estate e durante le feste arriva altra gente, che ama il nostro paese e viene a trascorrerci periodi di vacanza. Perché dobbiamo essere considerati cittadini neanche di serie B ma C e non avere la possibilità anche noi di lavorare, studiare da casa, insomma di disporre di una copertura “seria”?».
«I residenti sono stufi» dice ancora il sindaco. «Escono provati da questo isolamento: dovuto al Covid, certo, ma anche e anzi ancora di più a un sistema che da troppo tempo ignora le legittime richieste della montagna. Si vuole che paesi e località montane non si spopolino? Dateci mezzi e strumenti per poter continuare, come desideriamo, a vivere qui potendo connetterci con il mondo. Eolo, per potenziare la linea, ci chiede la conferma di quanti contratti potrebbero essere sottoscritti a Fobello, in modo da procedere con l’attivazione di un nuovo ripetitore per portare il segnale in quelle frazioni in cui risulta debole o addirittura inesistente. E io giro questa proposta ai cittadini: fate pervenire le vostre adesioni: il modulo per manifestare l’interesse è scaricabile dal sito del Comune o ritirabile negli uffici del municipio».
«Spiace proprio» conclude Anna Baingiu «constatare come chi dovrebbe erogare servizi fondamentali non abbia nemmeno idea di come sia fatta la montagna, della conformazione dei nostri paesi: insistono col dire che il segnale c’è, forse sulla carta, non certamente nella realtà. E poi, un’altra riflessone: le antenne sono posizionate sul territorio di Fobello, quindi un po’ di attenzione la pretendiamo per il nostro paese. Non si può potenziare un paese limitrofo, magari con ancora meno abitanti del nostro, che si aggancia alle antenne del nostro territorio. Queste cose sono inaccettabili».

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