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In fase di conclusione il bel progetto «La bottega dei ricordi»

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Si sta per concludere il progetto «La bottega dei ricordi», la raccolta cioè di testimonianze sugli antichi mestieri della Val Mastallone finanziato da Fondazione Valsesia Onlus nell’ambito del bando «Fatto Bene 2022» e promosso da AVAS Varallo, in collaborazione con l’Istituto storico.

Tale attività si inserisce in un progetto più ampio che ha visto l’istituzione di un centro di aggregazione sociale, il «Fare per disfare» rivolto a tutti ma con un occhio di riguardo particolare verso le persone sole e anziane che vivono in Val Mastallone: il centro promuove momenti di incontro e scambio di idee e organizza attività ricreative culturali e di svago. Già anni fa era stata avviata una raccolta di testimonianze riguardanti il mondo della scuola che si è concretizzata nel libro «Matai e mati da scola – Maestri e alunni nelle scuole della Val Mastallone» e quindi questa nuova avventura ci sembra la sua scontata prosecuzione.

Il progetto ha voluto raccogliere le testimonianze sugli antichi mestieri nella Valle, rendendo protagonisti uomini e donne che hanno avuto la possibilità di incontrarsi e di raccontare le loro esperienze grazie a momenti di ascolto, condivisione, relazione. Tutte le narrazioni sono state raccolte da Barbara Calaba esperta in metodologie autobiografie, che ha registrato e trascritto i ricordi, le vicende e le parole dei narratori, coadiuvata dalle volontarie Antonella Ginotti e Tiziana Tosi che, conoscendo le persone e il territorio, hanno potuto diventare il tramite per le interviste.

Le persone, coinvolte in colloqui individuali o di gruppo, hanno saputo restituire molti ricordi di stagioni della vita lontane, caratterizzate da attività lavorative ormai scomparse, oppure oggi profondamente trasformate. Dalle narrazioni sono arrivate le immagini di picasass, ovvero scalpellini, di carbonai, di materassai, di commissionere, lavori sicuramente perduti nel farsi del tempo ma che possono essere salvati attraverso la memoria di quanti, quei lavori, hanno svolto o visto svolgersi. E anche quelle attività che continuano a essere praticate nell’oggi hanno comunque subito profonde trasformazioni, come l’attività della pastorizia o quella della ristorazione e dell’accoglienza, lavori che hanno dovuto adeguarsi ai cambiamenti del contesto sociale e lavorativo attuale.

Dai racconti, la figura femminile è emersa come centrale negli anni caratterizzati dalla forte emigrazione degli uomini che andavano a lavorare all’estero: erano le donne a farsi carico dell’economia domestica e di quella della comunità, costituendo il perno della vita valligiana. Queste memorie saranno salvate dall’oblio e custodite come materiale prezioso, testimonianza della ricchezza e delle risorse che le persone anziane rappresentano per le nostre comunità.

Valorizzare l’esperienza di ciascuno e riconoscere l’unicità di ogni percorso esistenziale in quanto patrimonio comune è stata la finalità del progetto «La bottega dei ricordi». Ora si intende dare continuità al lavoro con una progettazione futura che senz’altro proseguirà nell’approfondimento di alcuni mestieri ma che potrebbe anche sfociare in ambiti diversi quali la stesura di un libro, la realizzazione di podcast o addirittura in una rappresentazione teatrale. Siamo infatti consapevoli che le persone anziane e tutto ciò che possono raccontarci siano da considerarsi una eredità importantissima per ognuno di noi: sono il passato che affascina e contemporaneamente spiega il divenire, sono informazioni e affetti che rimangono vivi solo però se tramandati e non sepolti nei cassetti della memoria. Tutto ciò è possibile grazie alle persone che fin da subito hanno condiviso e appoggiato la nostra avventura e in particolare Daniele Conserva, Alessandro Orsi e Gianmarco Regaldi.

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