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L’Ilva preoccupa Gattinara: a rischio 102 posti di lavoro

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L’incertezza che avvolge il futuro del Gruppo Ilva si riverbera a livello territoriale sulle condizioni della Sanac di Gattinara, che al colosso dell’acciaio fornisce il 60% della produzione dei suoi refrattari. Martedì 2 luglio c’è stata una manifestazione dei lavoratori (ai quali il giorno dopo il Pd provinciale ha espresso la sua solidarietà) che hanno incontrato le istituzioni locali. Si sono ritrovati di fronte al Municipio i lavoratori e i rappresentanti sindacali della Sanac, azienda gattinarese specializzata in refrattari, che si è suo malgrado trovata coinvolta nella complicata vicenda che vede protagonista l’Ilva di Taranto. Il polo valsesiano avrebbe dovuto essere oggetto di acquisto da parte della «Ancelor Mittal», gruppo franco-indiano che interessatosi all’acquisizione di Ilva, a cui Sanac fornisce circa il 60% dei suoi prodotti.
«Sanac era una costola di Ilva, la produzione era molto buona, poi sono iniziati i problemi quando la vicenda della ditta tarantina è balzata alle cronache» ha detto durante il presidio Alan Orso Manzonetta, segretario Filctem – Cgil Vercelli e Valsesia «a dicembre si era fatto avanti il gruppo “Ancelor Mittal”, sembrava interessato all’acquisto, la proposta era stata presentata in sede ministeriale ad aprile, insomma pareva fosse vicina una soluzione. E invece i vertici indiani ci hanno ripensato, o meglio, ci stanno ancora pensando. Hanno chiesto una proroga fino al 30 settembre per rivalutare la proposta».
«E’ un problema solo politico» gli ha fatto eco Michele De Bonis della Cisl «la vicenda di Ilva è stata usata come bandiera per la campagna elettorale, dimenticandosi che la cosa principale di cui tenere conto è il lavoro dei dipendenti, e a farne le spese adesso sono i lavoratori di Gattinara, ma anche nelle altre sedi di Sanac sparse in Italia».
I manifestanti sono stati ricevuti dal sindaco Daniele Baglione, per ascoltare le loro ragioni e preparare un piano di difesa di questa importante . Presenti all’incontro anche alcuni assessori comunali, i Sindaci di Lozzolo e Roasio, Roberto Sella e Gianmario Taraboletti e il vicesindaco di Romagnano Elena Scolari, tutti paesi che sono coinvolti nella vicenda, in quanto hanno degli abitanti che in Sanac lavorano.
«Ci hanno detto di aspettare settembre, ma nel frattempo i lavoratori cosa dovrebbero fare?» ha detto Manzonetta «se nel frattempo la ditta indiana si tirasse indietro? Si sta innescando una bomba a livello occupazionale, i primi a saltare saranno i contratti a termine, ma il Governo non ci dà una risposta. Non si può accettare come risposta “Non si sa” o “Forse”. Ed è una situazione non di adesso, sono quattro anni che si protrae. Chiediamo all’Amministrazione di darci forza, di sostenerci, sia noi rappresentanti sindacali, che coloro che in Sanac hanno un lavoro».
«Sanac ha delle ottime prospettive ma nessuno si prende la responsibilità di quanto sta accadendo» ha aggiunto Luca Caretti, segretario generale Cisl del Piemonte Orientale «è tutto nelle mani di un governo che non sta facendo nulla, riducendo la vicenda ad una questione politica ed elettorale».
Dello stesso parere anche i rappresentanti di Cgil Valsesia, che sono preoccupati per quanto potrebbe accadere da qui al 30 settembre, e auspicano che «si possano salvaguardare i contratti non solo per i dipendenti ma anche per le loro famiglie, in quanto è anche complicato accedere agli ammortizzatori sociali».
«Cercheremo di far sentire la vostra voce» ha detto il sindaco Baglione in risposta «il lavoro è una questione primaria, e lo deve essere indipendentemente dal colore politico. Direi che possiamo ritrovarci con i rappresentanti sindacali e dei lavoratori, e mandare una lettera a chi di dovere, per cercare di far capire l’urgenza di avere delle risposte sensate. Penso di parlare anche a nome dei miei colleghi quando dico che ci dobbiamo unire in questo. Ringrazio tutti voi che siete venuti qui oggi, inizieremo quanto prima a lavorare per cercare una soluzione».
Ricordiamo che attualmente Sanac è in amministrazione straordinaria e che a rischio ci sono 102 lavoratori del polo gattinarese.

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