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Manuela Ferraris si laurea all’Upo con una tesi sul poeta dialettale Giorgio Salina

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Manuela Ferraris è una studentessa valsesiana, originaria di Rassa, che nella primavera scorsa si era presentata in Biblioteca per cercare materiale per svolgere un lavoro sperimentale per l’esame di Geografia, consistente in quattro lezioni sulla “geografia umana”, detta anche “emozionale”, teorizzata da Y Fu Tuan, nato in Cina nel 1930.

Discutendo insieme, tenuto conto dell’approccio singolare, le avevo proposto di analizzare le pubblicazioni del poeta varallese Giorgio Salina: L’aria dla Vall e Pais dla Vall, che valorizzano le piccole realtà geografiche della Valle, sono destinate ai giovani e scritte in dialetto per preservarne la memoria, ma soprattutto perché contiene una grande forza espressiva. Manuela aveva preso in prestito i libri, li aveva trovati molto adatti al suo approccio di studio e aveva contattato personalmente Salina, che le aveva fornito la più ampia collaborazione. Le lezioni erano state a tal punto interessanti e coinvolgenti che si erano ampliate nella stesura di una tesi discussa a dicembre: “La geografia nella poesia di Giors”, discussa con la docente Raffaella Afferni, riportando una lusinghiera votazione.

Manuela Ferraris ha raccontato questa sua esperienza che può davvero essere considerata esemplare per chiunque voglia cimentarsi in un lavoro legato al proprio territorio: “Partendo dalla premessa che mi è sempre piaciuto studiare, andare a scuola e il mio sogno è sempre stato quello di insegnare, tanto che addirittura durante l’ultimo anno della scuola materna cercavo di scrivere, pur non essendo in grado di farlo. Quando frequentavo la scuola elementare imitavo la maestra Patrizia Antonini giocando a fare la maestra ed insegnando ai miei pelouches e mi davano sempre compiti aggiuntivi a casa durante le vacanze. Dopo il liceo classico, frequentato a Varallo nel lontano 2007, ho abbandonato gli studi, facendo varie esperienze di lavoro, ma portandomi sempre nel cuore questo sogno e avvertendo un sempre più crescente senso di insoddisfazione e inquietudine. Nella primavera del 2016 ho maturato la mia decisione e, senza dire nulla a nessuno, mi sono informata e finalmente il 20 settembre 2016 mi sono iscritta all’Università a Vercelli. Avevo mille paure, la prima fra tutte e forse la più grande era quella di non farcela: dopo anni che avevo fatto cose completamente diverse e non ero più abituata a studiare, non avevo un metodo e non avevo neppure una vaga idea di cosa significasse prepararsi per un esame universitario. All’inizio mi ero perfino iscritta alla facoltà di Filosofia per poi passare a Lettere. Il primo esame è stato di Storia medievale, affrontato con il Professor Alessandro Barbero. Ho poi proseguito a ritmo serrato e ho avuto dei docenti che mi hanno incoraggiata, come ad esempio Raffaella Tabacco che mi ha “obbligata” a frequentare i suoi corsi di latino, dicendomi che: “Una lingua si inizia a dimenticare solo dopo il quindicesimo anno che non la si pratica”. Nei tre anni del mio corso di studio sono riuscita a conciliare lavoro e frequenza alle lezioni. Non sono stati anni facili, per diversi motivi, ma alla fine, grazie anche al sostegno di chi ho accanto, ci sono riuscita e ancora adesso non mi sembra vero. Per il traguardo finale ho scelto un argomento che unisse la mia passione alla mia terra natale e ho incontrato Giors, che mi ha seguita, sopportata e aiutata per sette mesi nella realizzazione di ben due progetti: il primo a giugno con le quattro lezioni di geografia emozionale, discusse in sede d ‘esame con Emanuel Cesare, e l’altro con la tesi di laurea. Ho potuto proporre la Valsesia secondo la prospettiva geografica di Yi-Fu Tuan, e ho avuto modo in sede di discussione della tesi di leggere e commentare la poesia scritta da Giors che riguarda il mio paese di origine, infatti io vivo a Borgosesia, ma vengo da Rassa e la poesia era dedicata proprio a quel paesino. Mi ha fatto piacere perché ho visto che Giors è stato felicissimo e si trova in linea con questo pensiero geografico, ma anche la commissione ha apprezzato l’argomento, e sono rimasta stupita perché docenti come Alessandro Barbero e Gabriella Vanotti sono intervenuti e hanno rivelato di capire il nostro dialetto. Quest’esperienza si è chiusa come non avrei mai immaginato: prima ho potuto svolgere attività di tutorato presso la mia università, poi ho perfino ricevuto la mia prima chiamata di supplenza di un mese e mezzo alle scuole medie: io in cattedra e due classi intere di ragazzini, e la lavagna era grande il triplo della mia, che ancora conservo come ricordo della mia infanzia! Ora seguiranno due anni di specializzazione e spero di ricevere altre chiamate, in ogni caso non vedo l’ora di sedermi di nuovo sui banchi dell’Università per assistere ai seminari con i docenti, anche perché saranno lezioni fondate sull’interazione diretta tra noi studenti e gli insegnanti, avrò quindi modo di conoscerli ancora meglio e di imparare tantissime altre cose!”

Tanto entusiasmo rende superflue altre parole: per chi volesse consultare la tesi è disponibile in Biblioteca e faccio i migliori auguri a Manuela di continuare a fare quello che aveva sempre sognato.

 

Piera Mazzone

Direttore Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo

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