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Varallo, l’«Angelo nascosto» assegnato a Luciano Giacomone

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Tra il pubblico che, sabato scorso, si era (con il distanziamento e le protezioni del caso) riunito nel parco di Villa Durio per assistere alla consegna del Premio Amici di Lourdes c’era anche Luciano (Lucio) Giacomone, classe 1971, conosciuto e stimato a Varallo e in valle: non aveva davvero idea che a ritirare il premio sarebbe stato chiamato proprio lui.
Alla prima edizione, «Angelo Nascosto» è il riconoscimento che l’associazione varallese Amici di Lourdes ha deciso di assegnare a chi, al di fuori del suo ambito, abbia dimostrato, non solo nelle emergenze ma nella realtà quotidiana, impegno, spirito di servizio, disponibilità ad aiutare e a sostenere il prossimo. Senza esporsi, lontano dai riflettori: «nascosti», appunto.
Marco Torri, referente del sodalizio, ha salutato i presenti ricordando che dal prossimo anno la cerimonia di consegna sarà verosimilmente fissata al 2 di ottobre, giorno dedicato agli angeli: quest’anno, però, si è deciso di anticipare proprio per dare un segno tangibile di ripartenza e soprattutto riconoscenza all’uscita (tutti ci si augura magari graduale ma definitiva) dall’emergenza sanitaria da covid 19.
Quindi l’intervento del sindaco Eraldo Botta che ha voluto evidenziare la collaborazione stretta, nel periodo di pandemia, con «persone straordinarie che si sono messe a disposizione della collettività portando un supporto fondamentale. E penso a Pier Luigi Loro Piana, ai volontari della Croce Rossa, a Fondazione Valsesia, che ha tirato le fila di tutto il lavoro svolto in questi mesi dando un segnale forte, di unione di intenti; e penso anche a quanti, ciascuno secondo le proprie possibilità, hanno dato un contributo: tutti sono serviti. Un grazie sincero anche a don Roberto Collarini, che ci ha aiutati moltissimo; grazie a tutte le associazioni, alle quali prossimamente dedicheremo questo parco, proprio dove ci troviamo ora, a ricordo di questo difficile periodo. E grazie ai varallesi, che hanno fatto un sacrificio, hanno ascoltato e si sono attenuti alle regole».
Poi le parole del prevosto, don Collarini: «Davvero è giusto ringraziare chi, con semplicità, è stato presente perché le comunità potessero vivere serenamente questo tempo spinoso e difficile. Questo premio» ha aggiunto «prende le mosse da una poesia di don Tonino Bello, “Angeli con un’ala soltanto”, quelli che aiutano le persone a volare».
«Ricorderò sempre il giorno in cui Pier Luigi Loro Piana è entrato in farmacia e mi ha detto “dobbiamo fare qualcosa, non si può rimanere con le mani in mano”. Era l’inizio di marzo» ha ricordato la presidente di Fondazione Valsesia, Laura Cerra. «Da allora si è creata una vera e propria rete che ha permesso di affrontare l’emergenza nel migliore dei modi possibili. Dico da sempre, e non da quando è esplosa la pandemia, che l’Italia va avanti grazie al volontariato. Fondazione Valsesia c’è stata, e ancora ci sarà, per garantire un futuro al nostro territorio».
Breve intervento, quindi, di Daniela Denicola, presidente della CRI di Borgosesia, che anche in questa occasione ha voluto evidenziare il grande, prezioso apporto dei volontari, che hanno sacrificato il tempo in famiglia per garantire un supporto alla collettività.
Mariella Previde Massara, degli Amici di Lourdes, che si era occupata di gestire la distribuzione delle mascherine, ha dato un resoconto «numerico» del lavoro svolto ringraziando chi in qualsiasi modo ha collaborato con l’associazione.
Infine, la parola è passata a Francesca Conti, presidente degli Amici di Lourdes che ha subito ricordato come il pellegrinaggio 2020 sia chiaramente sospeso: «A Lourdes ci andremo il prossimo anno, e magari anche in treno!».
Poi l’atteso momento della consegna del premio, un ciondolo d’argento in forma di ala, una pergamena e un voucher per partecipare al prossimo viaggio a Lourdes, «a una persona che ha lavorato in silenzio, senza mai chiedere nulla in cambio».
Il Lucio era tra il pubblico, e si è sorpreso, quando si è sentito chiamare. Ma il premio è meritatissimo: lui è sempre in prima linea, e nel pieno periodo Covid anche in seconda, terza e quarta.
Avanti e indietro in valle, dalle 6 di mattina a chissà che ora della sera, col fedele Pandino: a fare la spesa, consegnarla, fare un’altra spesa, consegnare anche quella, andare a prendere le medicine, portarle a chi le aveva ordinate eccetera eccetera eccetera. Grande Lucio, e grazie di tutto!

 

Foto Roberto Santucci

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