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Emilio Stainer memoria storica che a 98 anni si mette in gioco. Come? Con un libro

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ALAGNA – «Eh, cosa vuoi, leggo con gli occhiali…».
D’altronde, c’ha «solo» 98 anni…

Troppo simpatico, il mio amico Emilio Stainer, «Stemi». Che, insieme alla moglie Luciana e al figlio Massimo, mi ha calorosamente accolta a casa sua. L’idea era quella di una intervista, considerato che gli ci vorranno pure gli occhiali per leggere ma a 98 anni l’Emilio è riuscito a scrivere un libro, di prossima pubblicazione e, naturalmente, presentazione al pubblico. Ne è uscita una chiacchierata, piacevolissima davvero, con un personaggio sorprendente, capace di conversare ancora fluentemente in tittschu, dotato di un’ironia non comune e di una lucidità che forse mai mi sarei immaginata di trovare.

«Genti operose ai piedi del Rosa. Artigiani, imprenditori e… nell’Alagna valsesiana di fine Ottocento e inizi Novecento» il titolo. Che intendesse dedicarsi a questo progetto (tutt’altro che semplice, perché si tratta di storia, certo, però «quotidiana», «popolare», basata sostanzialmente sul racconto, la narrazione, il ricordo: approfondimento e ricerca su documenti ma pure e forse soprattutto raccolta di testimonianze orali, di «memoria») lo sapevo: «Stemi» mi aveva chiamata qualche anno fa, chiedendomi se il «mio» Corriere Valsesiano gli sarebbe potuto essere d’aiuto: «Certo, conserviamo tutti gli annuari, dal primo del 1895 a quello dell’anno scorso».

In realtà, poi, il lavoro l’ha fatto lui, in piena (ed eccezionale) autonomia: ha cercato, ha letto, riletto, confrontato, scritto, rivisto. E si è fatto raccontare: «Ho trovato tanta collaborazione nelle persone alle quali mi sono rivolto». Tutti, comunque, più giovani di lui: è infatti Emilio Stainer il più anziano residente di Alagna, dove è nato, nella casa ai Merletti, il 20 ottobre 1923. Appunto, 98 anni conclamati: nel libro, quindi, non ha avuto problemi a metterci anche «del suo», suoi ricordi personali, cioè.

Un libro che è esso stesso testimonianza, spaccato di vita, un «manuale» (mi piace chiamarlo così: associo a questo termine l’idea della trasmissione di cultura, dell’insegnamento) che contribuisca alla ricostruzione della storia del paese, che vada a stimolare altri e nuovi studi, altre e nuove ricerche. Un tassello in più, per trasmettere la voce di Alagna e di chi ci ha vissuto, lavorato, si è impegnato per la comunità.
Un libro «d’altri tempi», letteralmente, con I Mestieri di allora – la mugnaia, per esempio, il bottaio, il tagliapietre, il fabbro (e quell’Eugenio Debernardi del quale Stemi scrive così bene allargandosi a parlare anche della sua numerosa famiglia era il mio bisnonno) – gli Ambienti di lavoro – e Stainer ci accompagna in segheria ma anche in conceria, e poi nella cava delle piode – e le Professioni e Associazioni: il medico condotto, figura importantissima nelle piccole località, specialmente di montagna, dottore ma anche confidente, amico, la levatrice, che aveva sempre tanto lavoro da fare, il parroco (l’indimenticabile don Gatti). In chiusura, alcune note sull’autore, che una sezione se la merita, eccome.

Il tutto, supportato da una ricca documentazione fotografica e da una serie di aneddoti curiosi.
Un libro «d’altri tempi» adattissimo a questi nostri che stiamo vivendo.

Bravo Stemi, e grazie.

Luisa Lana

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