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Serravalle: ordinanza del Sindaco, 5G vietato sul territorio comunale

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Niente 5G sul territorio comunale serravallese. Applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea, in data 30 dicembre 2019 il sindaco Massimo Basso con un’ordinanza ha vietato l’installazione di reti di quinta generazione in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dalla IARC (International Agency for Reserch on Cancer), fino a che cioè non ci saranno studi che chiariranno eventuali danni che la nuova tecnologia può recare alla salute dell’uomo e all’ecosistema.
«Al momento» spiega il primo cittadino «non abbiamo ricevuto ancora alcuna richiesta di 5G ma, come per altro già fatto anche da alcuni Comuni limitrofi, abbiamo voluto “giocare d’anticipo”. Una forma di tutela preventiva per la comunità. Ci tengo a sottolineare che non siamo contrari al progresso e all’innovazione, ci mancherebbe, ma in questo caso ci viene proposta una tecnologia che si basa su microonde a radiofrequenze più elevate dei precedenti standard tecnologici che comportano maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite, in particolare i tessuti umani, e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui si manifesta la necessità, a parità di potenza, di un maggior numero di ripetitori per garantire il servizio. Queste radiofrequenze, poi, sono del tutto inesplorate, non c’è cioè sufficiente documentazione sui risvolti che possano avere sulla salute degli esseri viventi e sull’ambiente».

Rispetto agli apparecchi a cui siamo abituati, il 5G consente una trasmissione molto più rapida dei dati e amplia i poteri degli smartphone. Non si sa però a quale prezzo mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e dell’ecosistema derivabile dalla massiccia istallazione di nuove antenne. Pertanto il Comune, in mancanza anche di una legge nazionale che si esprima al riguardo, ha deciso di agire in via precauzionale.
L’ordinanza cita anche fonti scientifiche come il documento pubblicato del 2019 della Commissione Europea secondo il quale «il 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche» e sottolinea i rischi cui possono incorrere i soggetti esposti a «ipersensibilità elettromagnetica». Non solo: riporta pure una sentenza del gennaio del 2019 del Tar del Lazio che condanna i ministeri di Salute, Ambiente e Pubblica Istruzione a promuovere un’adeguata campagna informativa sui rischi derivanti dall’uso degli apparecchi di telefonia mobile. Infine il documento fa riferimento a tre studi – due americani, dello Iarc e del National Toxicology program e uno italiano dell’istituto Ramazzini – che classificano i campi elettromagnetici delle radiofrequenze radiofrequenze come «possibili cancerogene per l’uomo».

Sui rischi, come detto, non ci sono al momento certezze ma, in attesa di dati scientifici più aggiornati e visti i tanti dubbi in materia, il Comune ha preferito mettere le mani avanti: «Spetta infatti al Sindaco» conclude Basso «nella sua veste di ufficiale di Governo e massima autorità sanitaria locale, di adottare le migliori tecnologie disponibili e di assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, dove possibile, eliminare l’inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte nonché i rischi per la salute della popolazione».

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